A Imperia i botti di Capodanno sono autorizzati, ma solo a tempo: sessanta minuti, non uno di più. È la soluzione che il sindaco Claudio Scajola ha tirato fuori dal cilindro dopo le sollecitazioni della minoranza e delle associazioni animaliste: una mediazione che, più che equilibrare, finisce per lasciare perplessi. Festeggiare sì, ma con giudizio, questo, almeno nelle intenzioni, il senso dell’ordinanza firmata dal primo cittadino per l’accoglienza del 2026. Tradotto in pratica: l’uso di botti, petardi e fuochi d’artificio sarà consentito esclusivamente tra la mezzanotte e l’una del 1° gennaio. Allo scoccare dell’orario limite, cala il silenzio. O almeno dovrebbe.
L’ordinanza nasce dalla dichiarata necessità di trovare un punto d’incontro tra chi non vuole rinunciare ai festeggiamenti tradizionali e chi, invece, subisce le conseguenze dei rumori forti e improvvisi. Un tentativo di sintesi che non tutela alcune categorie particolarmente esposte: anziani, persone fragili e, soprattutto, animali domestici. Per loro il fragore dei botti non è folklore, ma una fonte reale di stress, panico e, nei casi peggiori, di fughe incontrollate e incidenti.
Il sindaco Scajola ha definito il provvedimento una “scelta di equilibrio”. L’idea, ha spiegato, non è cancellare un rito collettivo, ma regolarlo per garantire il benessere di tutti. "Una decisione pensata per permettere ai cittadini di vivere la tradizione dei botti di Capodanno, simbolo del saluto all’anno che si chiude, nel rispetto delle categorie più fragili e del benessere collettivo".
Eppure resta una domanda di fondo: può davvero il rumore avere un interruttore così preciso? Pensare che il problema si concentri in una sola ora appare, francamente, poco realistico. Gli animali non guardano l’orologio, il disagio non si spegne alle 01:01 e l’idea che basti comprimere tutto in sessanta minuti per renderlo accettabile rischia di essere più simbolica che efficace.
Una scelta che prova a scontentare il meno possibile tutti, ma che finisce per non convincere fino in fondo nessuno. Tra tutela reale e compromesso politico, Imperia saluterà il nuovo anno con lo sguardo fisso sull’orologio.














