"Ha compiuto due anni, ma non li dimostra. Mi riferisco alla devastante frana che nella notte del 25 novembre 2016 ha distrutto alcune case e un tratto della strada provinciale 100 sotto la frazione di Monesi di Mendatica, le cui conseguenze sono rimaste congelate, malgrado il riscaldamento globale. Nonostante il susseguirsi di annunci, cito solo uno dei tanti, l’intervista al presidente della provincia di Imperia Fabio Natta del 25 settembre 2017".
Interviene in questo modo Rinaldo Sartore, presidente dell'associazione 'Monesi Borgo Antico', che ha annunciato di aver presentato un esposto alla Procura di Imperia per 'disastro colposo', in relazione alla frana che due anni fa ha tagliato in due la Sp 100 e reso la frazione un paesaggio quasi 'lunare'. Le conseguenze della frana a Monesi hanno compiuto due anni ma non li dimostrano; tutto è rimasto "congelato" nonostante gli innumerevoli annunci delle autorità.
A Monesi, secondo il mio modesto parere, l'incuria e lo spregio delle più elementari norme di sicurezza e del comune buon senso, sono state le concause, o le cause, del disastro; però i tecnici di corte sostengono la fatalità. L'esposto è stato presentato un anno fa: "All'interno - prosegue Sartore - ho descritto e documentato le inspiegabili omissioni, contraddizioni e autorizzazioni che in quarant'anni potrebbero aver trasformato un evento, sì eccezionale ma non unico, in una tragedia".
Sartore poi parla dei problemi di Monesi e di chi ha una casa nella frazione di Mendatica. "'Positivo - scrive Sartore - ha commentato il presidente della Provincia Fabio Natta – che gli enti locali si parlino tra loro. Quando si lavora insieme, come oggi, si costruisce un percorso per risolvere i problemi urgenti, primo fra tutti il collegamento tra Piemonte e Liguria. Ci sono ostacoli più di natura tecnica che finanziaria, i tecnici si sono dati appuntamento a brevissimo tempo per cercare di trovare una soluzione, anche più di una, al problema del collegamento'. Sul discorso viabilità a Monesi, Natta ha riferito inoltre 'Esiste un altro progetto già realizzato e in fase di appalto, dove entra in gioco il Comune di Mendatica come ente attuatore'. Pochi giorni fa è stata la volta dell’ennesimo sopralluogo effettuato dagli assessori regionali Giampedrone e Scaiola, dai sindaci dei comuni di Mendatica, Triora e Piaggia (Piero Pelassa, Massimo Di Fazio e Ivo Alberti) e dalla vice sindaco di Mendatica Emidia Lantrua, i quali hanno annunciato l’inizio dei lavori della variante per ricollegare la strada provinciale 100, scavalcando il tratto franato a valle della frazione di Monesi di Mendatica. Nelle foto diffuse, non vi è traccia dei 'lavori', se non un breve tratto di pista già realizzata un anno fa per effettuare alcuni sondaggi. Per il resto si tratta di allestimento del cantiere e qualche picchetto. Sono occorsi due anni per progettare circa 800 metri di 'pista di cantiere' ed è indubbiamente un primato, negativo, difficile da eguagliare. Tanto più a confronto con la passerella di Portofino che consentirà a breve il passaggio pedonale nel tratto di strada, anche in questo caso franato; in questo caso sono bastati circa 40 giorni dal crollo. D’accordo, il confronto non è omogeneo; però nel caso di Monesi la burocrazia ha chiesto il sacrificio di due-tre anni mentre a Portofino una magia: 40 giorni! Che la burocrazia sia applicata un tot a chilometro? La distanza che separa Genova da Monesi è circa quattro volte quella tra il capoluogo e Portofino; che sia questo il motivo? Allora perché la differenza in giorni trascorsi dall’evento all’intervento è di circa 18 a 1? Non siamo tutti uguali di fronte alla burocrazia? Sarebbe stato logico che i comuni, di Mendatica per la sua frazione duramente colpita dalla frana, e Triora per la frazione feudale di Monesi Impianti avessero, nel frattempo, (730 giorni) fatto tutto il possibile per mitigare i danni e non solo mantenere, ma rigenerare i legami dei frequentatori e dei turisti stranieri con il comprensorio. Sarebbe stato buon senso".
"Invece nulla oltre l’autoritaria ordinanza di inagibilità di tutte le abitazioni di Monesi di Mendatica, anche quelle intatte o non pericolanti, condannando il borgo al totale abbandono. E’ indubbio che se la frazione di Monesi di Mendatica fosse stata presidiata da qualcuno dei titolari delle circa 50 case agibili, forse gli ulteriori danni, causati dai ladri, si sarebbero evitati. Il comune di Mendatica non ha mai organizzato un Vin Brule per mantenere caldo il legame con i frequentatori; non solo, ha anche impedito ad altri di organizzare alcunché sia a causa della nota ordinanza di inagibilità, urbi et orbi, sia per la interruzione dei servizi essenziali quali l’acquedotto e gli scarichi fognari. Monesi è stata ferita gravemente dalle conseguenze dell’ incuria e abbandonata da chi avrebbe dovuto praticare la rianimazione. Bene ha fatto chi ha chiesto la variazione della destinazione catastale da A4 a F2 o fabbricato collabente; la sola opportunità legittima per evitare il versamento dei tributi previsti fino al completamento della ristrutturazione dell’immobile in questione".
In molti si chiedono - termina Sartore - come sia stato possibile che la provincia di Imperia abbia ignorato la frana, nel 2011, di un tratto di muro di sostegno, verso valle, della sede stradale della s.p. 100, esattamente al centro della grande frana del novembre 2016. Non solo, nel 2014 è stato eseguito uno scavo di circa 2 m. di profondità per ca. 3 di larghezza per la posa del tubo di alimentazione della centrale idroelettrica 'Tanarello' proprio nel tratto successivamente franato. Ovviamente lo scavo ha comportato il taglio e lo sradicamento degli alberi di alto fusto per una larghezza di circa quattro metri. Mi chiedo se, posta la nota situazione di 'paleofrana attiva' del territorio di Monesi di Mendatica, e la piccola frana premonitrice del 2011, gli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni, tra questi la giunta Burlando in primis, abbiano rispettato le norme di sicurezza. In molti ci chiediamo come sia stato possibile costruire la centrale idroelettrica Tanarello sul greto del fiume dove è stata spazzata via dalla furia delle acque. I tanto solerti uffici regionali che, da Genova, approvavano o frequentemente respingevano progetti per la costruzione del portico di una casetta, sono stati molto distratti nell’approvare, e finanziare, le opere di cui sopra nel bel mezzo di una paleo frana. Proprio per chiarire certe apparenti contraddizioni, a settembre 2017 è stato presentato, presso la procura di Imperia, un esposto per disastro colposo. Attendiamo fiduciosi gli esiti".