“L’ordinanza resta in vigore”. Con queste parole, il sindaco di Pornassio, Vittorio Adolfo respinge la richiesta del prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo, che con una lettera formale gli ha chiesto di ritirare il provvedimento firmato nei giorni scorsi, entrato ufficialmente in vigore oggi, lunedì 16 giugno che introduce il divieto assoluto, senza scadenza, di transito per autoarticolati e autotreni nel centro urbano del Comune. Una risposta secca, sostenuta – come tiene a precisare – “anche dai pareri dei miei legali”. Nessun passo indietro, dunque, sulla misura.
Il provvedimento, che segna il ritorno alla linea dura già adottata due anni fa, riguarda i mezzi con massa superiore alle 40 tonnellate e interessa tre tratti strategici della Statale 28: dal km 103+150 al km 103+675 nel centro del paese, dal km 101+480 al km 102+200 in località Case Rosse, e dal km 97+340 al km 97+980 nella zona di Case di Nava. Restano esclusi solo i mezzi di soccorso, di emergenza e i trasporti pubblici. Il sindaco ha previsto la possibilità di deroghe solo per i carichi alimentari tra le province di Cuneo e Imperia: “Ne ho già firmate tre stamattina”, precisa.
Il primo giorno dell’ordinanza sta trascorrendo senza particolari criticità. Solo due TIR sono transitati sul territorio comunale, una netta inversione rispetto al passato: “Parliamo di due camion oggi, rispetto ai circa 1.800 a settimana che passavano prima, oltre settanta al giorno. È una vittoria per la sicurezza dei miei concittadini”, commenta Adolfo. Ma la misura non è stata accolta favorevolmente nei territori vicini, soprattutto in Piemonte, dove si temono ripercussioni sui flussi commerciali e sulla logistica. È in programma un vertice in Prefettura lunedì prossimo, ma il sindaco non intende partecipare: “Non ci andrò. L’ordinanza è in vigore e resta tale. Nessuno può impormi di trovare un punto di equilibrio tra sicurezza e commercio. La sicurezza prevale, e le alternative stradali ci sono. È un tema che riguarda solo il Comune di Pornassio e l’Anas”.
Il blocco dei mezzi pesanti, motivato da esigenze di sicurezza in un territorio montano con infrastrutture ritenute inadatte al traffico pesante, ha già aperto un fronte di tensione istituzionale. Ma da parte dell’amministrazione comunale la linea resta inflessibile: “La strada è tracciata – conclude Adolfo – e non torno indietro”.