“Mare meraviglioso, persone gentili, un clima che ti abbraccia. Ma l’accessibilità resta un punto dolente”. A parlare è un turista che, in vacanza da qualche giorno nella rinomata località della Riviera ligure, ha voluto condividere sui social una riflessione amara, ma costruttiva sulla situazione delle barriere architettoniche in città.
La testimonianza di Riccardo Savino arriva tramite una lettera pubblica – diffusa su un gruppo Facebook – in cui racconta le difficoltà quotidiane che incontra muovendosi in sedia a rotelle: locali con gradini all’ingresso, marciapiedi con dislivelli, scivoli assenti e buche pericolose. “Rendere Diano più accessibile non è un favore per pochi, ma un investimento per tutti”, scrive il turista, sottolineando come le barriere architettoniche non colpiscano solo le persone con disabilità, ma anche genitori con passeggini, anziani o chiunque si trovi in temporanea difficoltà motoria.
L’appello è chiaro: trasformare una città già bella e ospitale in un luogo realmente inclusivo. “L’accessibilità non è un lusso, è dignità quotidiana” prosegue la lettera, che si conclude con un ringraziamento riconoscente e un invito al cambiamento. Il caso solleva una questione cruciale per molte località turistiche italiane: la bellezza del territorio e l’ospitalità delle persone non bastano, se a mancare è l’infrastruttura minima che garantisca l’autonomia e la sicurezza di tutti.