Rivieracqua rompe il silenzio e prende le distanze dalla notizia sulla sospensione di una 'maxi bolletta' idrica emessa a carico di un proprio utente. Il Giudice di Pace di Sanremo avrebbe accolto, infatti, un ricorso promosso dall’avvocato Enrico Panero, disponendo il blocco del pagamento in via cautelare. Ma l’azienda nega di essere mai stata informata ufficialmente del procedimento. “Non abbiamo ricevuto alcuna notifica o comunicazione formale in merito al provvedimento di sospensione”, precisa Rivieracqua in una nota. “Solo a seguito di un’eventuale notifica potremo avviare le opportune verifiche del caso, che saranno effettuate nei tempi più brevi”. Una presa di posizione netta, con cui l’azienda intende anche ridimensionare l’eco mediatica che ha accompagnato la vicenda.
Al centro dell’intervento pubblico del gestore c’è anche un principio fondamentale: il carattere non generalizzabile del provvedimento. “Ogni rapporto contrattuale è unico e deve essere valutato singolarmente. Non si ritiene pertanto corretto che quanto accaduto possa indurre altri utenti a sospendere arbitrariamente il pagamento delle fatture o ad adire le vie legali senza adeguata motivazione”.
Rivieracqua sottolinea come le informazioni riportate siano emerse prima ancora di una pronuncia definitiva sul merito della questione, il che rende – secondo l’azienda – il dibattito pubblico potenzialmente fuorviante. Il consorzio misto pubblico-privato, che gestisce il servizio idrico in gran parte del Ponente ligure, si dice pronto a “intraprendere ogni azione necessaria a tutela della propria immagine "qualora la diffusione di notizie parziali o non verificate rischi di alimentare contenziosi privi di fondamento o di creare confusione tra gli utenti". Secondo la difesa, invece, la bolletta oggetto del ricorso sarebbe viziata da una serie di irregolarità: applicazione di tariffe non approvate da ARERA, superamento dei termini di prescrizione biennale, assenza di trasparenza e mancata corrispondenza tra servizio reso e importo richiesto.
La fattura, riferita a consumi risalenti a oltre due anni fa, sarebbe stata notificata all’utente senza le informazioni previste dalla normativa vigente. Da qui l’istanza cautelare, che il Giudice di pace di Sanremo, Cristina Zeppa, ha accolto, ritenendo sussistenti i presupposti per la sospensione temporanea.
Al momento, però, la vicenda resta sospesa tra le carte di un fascicolo giudiziario e le precisazioni dell’azienda.














