"Dopo aver preso la prima dazione, non sono più riuscito a fermarmi, non ho avuto la forza di reagire, ma non ho mai chiesto niente, i soldi mi venivano offerti e non ho mai rallentato le altre pratiche". Con queste dichiarazioni, Luigi Mingherlino, 58 anni, vicecommissario capo e funzionario dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Imperia, ha cercato di spiegare il proprio coinvolgimento nell’inchiesta per corruzione durante l’interrogatorio di convalida, avvenuto davanti alla pubblico ministero Veronica Meglio e alla giudice Anna Bonsignorio.
Difeso dagli avvocati Emilio Varaldo e Nicola Ditta, Mingherlino ha ammesso di aver accettato denaro in cambio di agevolazioni burocratiche, ma ha negato qualsiasi richiesta diretta o alterazione delle pratiche. I legali hanno avanzato istanza di arresti domiciliari, anche per motivi di salute, dato che il loro assistito è attualmente recluso in una sezione protetta del carcere di Sanremo.
Un elemento cruciale emerso dalle indagini è il ritrovamento, nell’abitazione del funzionario, di 130mila euro in contanti, somma che secondo gli inquirenti rappresenterebbe parte delle dazioni illecite ricevute nel tempo. L’avvocato Varaldo, al termine dell’interrogatorio, ha specificato che Mingherlino "ha avuto contatti solo con l’agenzia di Yelena Vtulkina", ascoltata in mattinata, sottolineando come "i richiedenti fossero russofoni perfettamente in regola con i requisiti di legge, passaporto, possibilità di sostentamento e immobili anche lusuosi. Non si è trattato di favoritismi, ma di un’accelerazione delle pratiche".
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Imperia — con il procuratore capo Alberto Lari e la PM Meglio — è nata dal lavoro della Squadra Mobile, che da settimane monitorava movimenti sospetti intorno all’Ufficio Immigrazione. L’operazione è scattata quando gli agenti hanno documentato la consegna di una busta contenente 5.000 euro a Mingherlino, insieme alla documentazione per un cittadino russo. Il fermo è avvenuto nella zona del Parasio, la parte alta di Porto Maurizio, a pochi passi dalla Questura. Vtulkina, titolare dell’agenzia 'Europa Italian Real Estate' in corso Garibaldi 82 a Sanremo, è ritenuta un nodo centrale dell’intermediazione illecita: la sede è stata posta sotto sequestro. Secondo l’accusa, si sarebbe costituita una rete corruttiva ben radicata tra funzionari pubblici e mediatori privati, capace di aggirare le normali procedure per il rilascio dei permessi di soggiorno in cambio di denaro. Le indagini, ancora in corso, hanno già portato all’iscrizione di altri nomi nel registro degli indagati.
Tra questi figura Andrea Riopi, 50 anni, agente della Polizia di Stato in servizio al Commissariato di Sanremo, difeso dall’avvocato Alessandro Moroni, oltre a Fatima Sanri, titolare dell’agenzia 'Faty' di corso Garibaldi a Imperia (anch’essa sequestrata), e Svetlana Ignatova, assistita dall’avvocata Enza Dedali. Secondo la Procura, questi soggetti avrebbero operato in sinergia, garantendo — in cambio di somme consistenti — il rilascio di documenti regolari anche a chi non ne aveva diritto secondo la normativa vigente.
La Squadra Mobile sta ora esaminando il materiale cartaceo e informatico sequestrato per delineare con precisione l’intera struttura e individuare ulteriori responsabili. Altri sviluppi sono attesi nei prossimi giorni.