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Appunti di Storia | 25 aprile 2025, 07:15

Appunti di storia. La Resistenza dell'esercito italiano comincia in Albania

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Appunti di storia. La Resistenza dell'esercito italiano comincia in Albania

Già comandante della stazione dei carabinieri di Ventimiglia Alta e mobilitato in Albania nella primavera del 1943, mio padre Michele, sottufficiale dell' Arma non viene del tutto colto di sorpresa dall' armistizio dell'8 settembre 1943. I tragici e convulsi avvenimenti dei giorni successivi confermano le notizie che il generale Rosi, comandante delle FF AA italiane nei Balcani, aveva annunciato a mio padre suo attendente qualche giorno prima circa il cambio di alleanze dell'Italia, dopo la disastrosa guerra fascista iniziata nel 1940. 

Organizzati dall'inglese SOE gran parte dei militari italiani iniziano scontri con i tedeschi insieme alle bande partigiane albanesi. Alcuni reparti ancora non comprendono la situazione e continuano a stare dalla parte dei tedeschi, ma la maggior parte delle unità tricolori scendono in campo in quella che sarà la prima fase di ricostituzione delle FFAA italiane nella guerra di liberazione. 

Uno scontro a fuoco con i tedeschi vede la morte di un ufficiale inglese del SOE, mentre i militari tra cui mio padre respingono un attacco tedesco e si ritirano in luogo nascosto per riorganizzare la resistenza.  Dopo pochi giorni i nazionalisti albanesi filonazisti riescono a catturare il gruppo di italiani in cui era mio padre e li consegnano ai tedeschi. 

Inizierà così la lunga odissea degli internati  nei campi di concentramento nazisti in Europa Orientale. Le drammatiche vicende di quel periodo e si concluderanno con la liberazione dei prigionieri italiani in Polonia e Bielorussia da parte dei sovietici e la ritirata tedesca. Fino all' ultimo mio padre ed un gruppo di altri prigionieri di diverse nazionalità furono impiegati dai tedeschi ai lavori forzati sul fiume  Beresina

Lo sfondamento dell'Armata Rossa si svolgerà con un ritmo inarrestabile e mio padre ricorda che non fu soltanto un evento bellico, ma registrò anche violenze sui civili tedeschi delle zone di lingua tedesca a Gdinye e Danzica. Non è questa la sede per raccontare quegli avvenimenti. Basterà fare memoria dell' intervento della nunziatura apostolica per ottenere dai russi il rimpatrio dei prigionieri trattenuti fino all' estate/autunno del 1945. 

I russi non trattarono male tuttavia gli ex  prigionieri, anche se cercarono invano di reclutarli per operazioni di spionaggio, una volta tornati in patria. 

Pierluigi Casalino

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