L'idea generale è che la città di Imperia, nata ufficialmente il 21 ottobre 1923 dall'unificazione di Oneglia e Porto Maurizio e di altri piccoli comuni dell'immediato entroterra, sia stata in qualche modo 'inventata', quasi imposta da Benito Mussolini. E sempre impressione generale è che tutto ciò sia avvenuto a dispetto della volontà degli abitanti, ancorati e divisi a livello di tradizioni storiche e politiche, ancora oggi sovente separati da un acceso campanilismo.
In realtà, stando ai documenti dell'epoca, la storia sarebbe un po' diversa. Già nel 1800, infatti, si discuteva di unificazione, con i nomi più disparati: nel 1866 Concordia, nel 1876 Vittoria Ligure, nel 1893 Portoneglia. Sino al 1899 quando, per la prima volta, ecco saltare fuori il nome di Imperia, dal torrente Impero che divideva e divide le due città.
Alla fine vinse proprio Imperia. L'11 gennaio 1908 i consigli comunali di Porto Maurizio e Oneglia deliberarono la fusione. Una fusione che, però, richiedeva una legge ad hoc e il Parlamento, per diversi anni, se ne dimenticò o quasi, complice anche gli anni della Prima Guerra. Si giunse così al Dopoguerra e all'arrivo al potere del fascismo. Mussolini, che come tutti sanno, aveva trascorso qualche mese a Oneglia da maestro e giornalista, dirigendo anche il periodico socialista La Lima, si diede così da fare e preparò un decreto apposito che, il 21 ottobre 1923, venne fatto firmare da Vittorio Emanuele III, mentre il re d'Italia era a Racconigi per una battuta di caccia. Imperia riunì così i due Comuni principali e altri minori, per un totale di 11.
Onegliesi e portorini, in realtà, ne vennero a conoscenza solo il 16 novembre dello stesso anno, leggendo sui muri della città il proclama del commissario prefettizio R. Lualdi. Come la presero? Documenti e giornali dell'epoca dicono che "l'esultanza popolare fu modesta". L'unificazione, in effetti, venne percepita più come un evento nominale e burocratico, senza un vero senso logico, incapace di disegnare un progetto vero di futuro urbanistico, sociale, culturale e anche economico.
Porto Maurizio e Oneglia, almeno sino alla fine degli anni Cinquanta, continuarono così a svilupparsi quasi separatamente. La saldatura, per così dire, prese forma nei primi anni Sessanta, e non certo per meriti o desideri politici e amministrativi: la progressiva e caotica espansione edilizia fece esplodere i problemi del traffico e della carenza di strade e collegamenti, bloccando sul nascere uno sviluppo ordinato e razionale del territorio, le cui conseguenze si vivono anche ai giorni nostri. Le possibilità di un razionale uso del territorio. Porto Maurizio e Oneglia divise e indecise per decenni tra una vocazione turistica del rione ponentino e portuale-industriale di quello levantino. Una diatriba che, alla fine, ha visto prevalere, quasi fisiologicamente, la prima opzione. La strada è ormai imboccata, ma non è un rettilineo: curve e saliscendi la rendono tortuosa e rischiosa.