“Giù le armi, su i salari”. Imperia oggi è scesa in piazza in occasione dello sciopero generale, indetto dall’Unione Sindacale di Base. "Vogliamo salari più alti, più spesa sociale e meno spese in armi", afferma il segretario provinciale USB, Michelangelo Benza che sottolinea le criticità della nuova manovra finanziaria. "È una finanziaria di guerra, perché i fondi non sono mai reperibili quando si tratta di salari, pensioni, sanità, istruzione, diritto all'abitare e trasporti, ma quando si tratta di acquistare armi e munizioni saltano fuori quantità di denaro esorbitanti".
"La questione assume contorni drammatici a livello locale -prosegue Benza- Imperia è tra le province più care, con liste di attesa infinite per accedere alla sanità pubblica, un trasporto pubblico inadeguato e un costo della vita altissimo. Affitti e prezzi sono sproporzionati rispetto agli stipendi, basti pensare che l'affitto di un bilocale può arrivare a 650 euro al mese, mentre molti stipendi non superano i mille euro".
L’attenzione si è focalizzata anche sulla questione palestinese: "La situazione a Gaza è ancora drammatica, la tregua è solo sulla carta -prosegue Benza-. L’economia di guerra affama i popoli e arricchisce solo i potenti". Alcuni manifestanti hanno simbolicamente imbrattato con vernice rossa una bandiera israeliana e una americana riportando i colori della Palestina.
In piazza era presente anche il Comitato No Riarmo Imperia, impegnato in una raccolta firme per chiedere all’Amministrazione comunale di sollecitare il Governo a recedere dall’impegno NATO e a promuovere in Europa un piano alternativo di difesa, chiamato REArmEurope, orientato non agli armamenti ma alla transizione ecologica e alla tutela dei diritti fondamentali: lavoro, salute, istruzione e sicurezza sociale. "Il nostro Comune è stato penalizzato da tagli decennali e le nuove misure peggiorano ulteriormente la situazione. Serve un cambio di rotta, con meno soldi alle spese militari e maggiori investimenti per il benessere della comunità", spiegano dal Comitato.
La manifestazione ha ribadito richieste chiare e precise: salari a 2.000 euro e pensioni a 1.600 euro, investimenti reali in sanità, istruzione e trasporti, diritto alla casa garantito, meno fondi alle armi e maggiori risorse per la spesa sociale, e un fermo immediato del genocidio a Gaza con l’interruzione dei rapporti con Israele.
A causa del corteo, il traffico è stato deviato in via Agnesi, con conseguenti rallentamenti e disagi per gli automobilisti anche per quelli diretti verso piazza della Vittoria.
































