Il nuovo maxi porto di Imperia sorgerà tra la radice del molo corto di Porto Maurizio e la foce di rio Baitè, in regione San Lazzaro: con i milioni di metri cubi di terra (costituiti dal materiale di risulta del tracciato della ferrovia, già in costruzione) verrà ricavato un riempimento a mare di 60 mila metri quadrati. Il progetto dell'opera è già stato approvato dal Consiglio comunale.
L'appalto dei lavori è previsto entro la fine dell'anno. Nel 1984, il primo lotto della discarica, pari a quasi 45 mila metri quadrati, dovrebbe essere completato: l'impresa che si aggiudicherà l'intervento avrà otto mesi di tempo per portarlo a termine. Prevista una penale, salata, di un milione di lire al giorno, in caso di ritardi. "Il terrapieno costituisce un momento storico nella tormentata vicenda del nuovo porto commerciale di Imperia - conferma Enzo Amabile, consigliere incaricato ai problemi idrogeologici del territorio - in pratica equivale alla posa della prima pietra". Tutto pronto, dunque, per dare il via all'infrastruttura, indispensabile e complementare al futuro bacino portuale.
"I soldi li abbiamo: 500 milioni di lire stanziati dalla Provincia, altri 1.000 messi sul tappeto dal Comune. Disponiamo quindi di un miliardo e mezzo di lire, somma ritenuta sufficiente".
La discarica si estenderà verso il lungomare Vespucci, nella zona antistante i campi del circolo del tennis di San Lazzaro, in corrispondenza del Palazzo delle Poste. Sarà un ampio mammellone, proteso verso il mare per svariate decine di metri. "Il progetto è stato predisposto sovrapponendo il piano Fedolino, attualmente in vigore, allo studio Volta, relativo al nuovo porto - precisa Amabile - per il riempimento, come detto, si sfrutterà il materiale proveniente dagli scavi delle gallerie ferroviarie, il più indicato, c'è molta roccia, di tipo inerte, per cui garantisce una maggiore solidità".
"Recupereremo così una superficie enorme e importantissima, in una città che non ha molte aree da destinare ad attività produttive ed economiche: anche se l'iter burocratico del porto commerciale dovesse arrestarsi ancora, avremmo ricavato uno spazio di ampio respiro, utilizzabile in modi diversi".
L'obiettivo dell'amministrazione guidata dal sindaco, Claudio Scajola, c'è poi un secondo intervento: strappare al mare, alle ex Ferriere, una zona di 50-60 mila metri quadrati per ospitare sia il depuratore fognario sia i cantieri navali.
"Per quest'ultima opera, cercheremo altre fonti di finanziamento - annuncia Amabile - non vogliamo disperdere le risorse locali, che devono essere concentrate tutte sulla discarica di San Lazzaro".
Dopo anni e anni di discussioni e polemiche, insomma, qualcosa comincia concretamente a muoversi: l'attuazione del tanto sospirato porto sembra davvero vicina.














