Un palazzo nel cuore del parco e Villa Grock in regalo al Comune. Questa la clamorosa proposta della facoltosa cooperativa di allevatori di bestiame del Cuneese, proprietaria del lussuoso ma decadente complesso immobiliare che fu di Adrien Wettach, in arte Grock, il più grande clown di tutti i tempi.
Ottenere dal Comune il permesso di costruire un moderno palazzo nel bellissimo giardino e, in cambio, donare all'amministrazione la vecchia villa fatta edificare da Grock. Una prospettiva per certi versi choccante, originata dal fatto che l'acquisto di Villa Bianca, nome originale dell'edificio in stile liberty, non ha costituito la rendita sperata. La cooperativa, per tramite di una società immobiliare, ha fatto pervenire al Comune la strana proposta: se gli fosse concessa l'autorizzazione a realizzare un palazzo all'interno del parco, in una zona ora vincolata dal prg, sarebbe disposta a donare la villa alla civica amministrazione. Il giardino, la parte più bella e suggestiva dell'intero complesso, ricco di piante esotiche e laghetti, piccoli tempi e ponticelli di stampo orientale, rischia dunque la scomparsa. Il tutto, a quanto parrebbe, per una normale speculazione edilizia.
L'assessore all'Urbanistica, Sergio De Nicola, smorza le nascenti polemiche, riducendo il pericolo al minimo ma confermando però che qualcosa, intorno a Villa Grock, si sta effettivamente muovendo. "Richieste ce ne sono state ma risalgono alla fine della passata legislatura - spiega - si trattava comunque di progetti molto superficiali, senza esposizione cartografica o indicazioni precise sulla volumetria. Una proposta generica, insomma, più concettuale che tecnica. Non l'ho mai presa in considerazione e neppure l'ho sottoposta alla attenzione della giunta". Ora un nuovo assalto alla lottizzazione.
Villa Grock, in realtà, non sarebbe allo stato attuale divisibile dal suo parco: sacrificare quest'ultimo significherebbe quindi levare al futuro complesso un complemento fondamentale. "Sono e siamo favorevoli alla tutela di beni come Villa Grock - conclude De Nicola - potrebbe essere destinata a uso pubblico, come centro culturale, museo, pinacoteca o altro ancora. Ma per fare ciò il Comune dovrebbe acquisirla: si tratta di uno sforzo finanziario che non possiamo assolutamente sostenere, almeno in questo momento. Per questo, non vanno precluse strade alternative".
In passato, a dire il vero, il Comune avrebbe avuto anche l'opportunità di entrare in possesso di Villa Grock e del suo parco. Ines Opiri, vedova del clown scomparso nel '59, l'aveva offerta per una cifra quasi irrisoria: sperava che Imperia non si fosse dimenticata del suo figlio adottivo, che le memorie dell'attività artistica del marito potessero essere qui conservate e valorizzate. Ma i suoi appelli caddero nel vuoto. La figlia, prima di emigrare negli Stati Uniti, vendette così tutto, a quanto sembra a un prezzo estremamente vantaggioso (si parla di una somma tra i 2300 e i 300 milioni di lire). C'è anche da dire che nell'ipotesi che nascesse un nuovo, lussuoso condominio nel parco della villa, i problemi legati alla viabilità si moltiplicherebbero: la strada di accesso alla zona è unica e i parcheggi mancano come il pane, in un'area come le Cascine sempre più densamente popolata.
La sorte del complesso è comunque legata al piano particolareggiato di zona. Presto, il consiglio comunale tornerà ad affrontare l'argomento urbanistico: l'ultima occasione per salvare Villa Grock dai predatori edilizi.














