Ci si interroga oggi sul perché né il Console romano Aurelio, né, a quanto pare, Napoleone e né dopo di lui neanche Carlo Felice, sovrano amato dagli onegliesi e dai nizzardi, hanno fatto passare la strada sotto Capo Berta.
Carlo Felice, che aveva nel cuore in egual modo i due centri sabaudi gemelli, Nizza e Oneglia, ci aveva pensato per un momento. Il vero motivo era proprio quello che gli ingegneri dei diversi tempi (i geologi non erano ancora apparsi sul quadrante della scienza) erano ben consapevoli del rischio delle erosioni e delle frane nella zona.
Non si entra nel merito dell'attuale sorte di questa arteria via mare detta Incompiuta e né di ciò che abbiano in mente coloro che ne studiano e programmano il futuro destino. I nostri contemporanei in parte hanno spesso voluto ignorare i pericoli di un simile progetto con esborso rilevante di denaro.
Giacomo Molle nella sua Storia di Oneglia ricorda che la strada romana saliva persino sul Colle dei Gorleri da cui proviene la definizione Giro degli Spesci. Il tracciato della strada descriveva, a dire il vero, un giro vizioso, ma sicuro. Il primo percorso dell' Aurelia seguiva quello che è stato chiamato di recente "stradone dei Gorleri".
Quanto, per concludere, all'Incompiuta, ora che è stata costruita la ferrovia a monte, dopo un lunghissimo tempo di attesa, vedremo se resterà ancora a lungo tale.














