Due recenti azzeramenti del credito richiesto hanno riportato chiarezza e giustizia nelle controversie tra utenti e Rivieracqua gestore del servizio idrico integrato imperiese, dopo la fatturazione di importi ritenuti ingiustificati.
Nel primo caso, un cittadino si era visto recapitare una bolletta di oltre 29.000 euro per un presunto consumo d’acqua registrato in pochi mesi, a fronte di un uso domestico medio di circa 20 metri cubi l’anno. Il reclamo presentato dall’avvocato Enrico Panero e le richieste verifiche tecniche avevano poi accertato che si trattava di una perdita occulta nella linea interrata, non imputabile all’utente e quindi non dovuta.
Dopo il reclamo formale, supportato da una relazione tecnica e dalla documentazione fotografica, il gestore ha riconosciuto la fondatezza delle contestazioni e ha cancellato 24.000 euro dalla somma inizialmente addebitata in bolletta. Analogo esito positivo anche per una società locale, destinataria di una richiesta di pagamento per circa 10.000 euro oltre il consumo effettivo. Anche in questo caso, la società assistita dall’avvocato Panero, ha dimostrato l’erroneità della fatturazione e la mancanza di responsabilità nella dispersione idrica, ottenendo la cancellazione integrale dell’importo.
Le vicende riportano l’attenzione sull’importanza di tutelare gli utenti del servizio idrico e di applicare rigorosamente i principi di buona fede e trasparenza contrattuale stabiliti dall’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA). In particolare, le delibere ARERA n. 643/2013 e n. 586/2021 prevedono l’obbligo per i gestori di segnalare tempestivamente i consumi anomali e di procedere al ricalcolo in caso di perdite occulte non imputabili all’utente.
Due storie, dunque, a lieto fine: non solo per i diretti interessati, ma anche per tutti i consumatori che ogni giorno si trovano a fronteggiare bollette incomprensibili e importi sproporzionati.














