Cosa si nasconde davvero dietro al bosco urbano previsto sul Lungomare Amerigo Vespucci? Una domanda lecita, secondo il consigliere comunale del Partito Democratico, Ivan Bracco, che invita a guardare oltre la superficie del progetto: "Non voglio fare l’urbanista da tastiera — precisa — ma dopo aver osservato il piano e il contesto, qualche previsione provo a farla."
Il tratto interessato è quello che va dal McDonald’s fino alla traversa che delimita l’area di cantiere del futuro supermercato. Una zona strategica, ma finora poco valorizzata: "Se ci fate caso, lato mare, nei pressi della pizzeria, ci sono una serie di terreni apparentemente sacrificati — racconta Bracco — a ridosso del depuratore e del traffico del lungomare, che porta con sé rumore, polveri e calore".
E qui arriva l’intuizione del consigliere: "Guardando il progetto, emerge chiaramente una nuova viabilità retrostante, che collegherà le future aree di parcheggio. Un dettaglio tutt'altro che secondario: quei terreni oggi penalizzati potrebbero improvvisamente diventare appetibili per nuove costruzioni".
La chiave sarebbe proprio il bosco urbano: da barriera verde contro l’inquinamento a elemento di valorizzazione immobiliare. "La vegetazione prevista fungerà da filtro ecologico e visivo, migliorando l’estetica e la vivibilità della zona. Risultato? Appartamenti di pregio, magari vista mare, con rendimenti interessanti per i costruttori".
Bracco non si nasconde dietro le parole: "Non ho studiato urbanistica, è vero, e forse mi sbaglio. Ma guardando cosa sta accadendo in città, credo che la mia non sia una lettura campata in aria".
La sua provocazione finale lascia il segno: "Riflettiamo tutti: il verde non è solo ecologia. Anche i soldi sono verdi."














