Il porto commerciale di Oneglia ha una storia lunga e complessa, legata all'evoluzione del borgo stesso e alla sua unione con Porto Maurizio per formare la città di Imperia nel 1923. Già centro abitato in epoca preistorica, Oneglia e il suo antico scalo hanno successivamente avuto un ruolo importante appunto come porto commerciale sin dal Medioevo e in qualche modo già prima in epoca greca, romana, bizantina longobarda e carolingia.
Scambi commerciali e attività marittime di prima grandezza sono segnalate nella zona anche prima del dominio genovese per arrivare al periodo sabaudo, quando il potere piemontese intendeva trasformare Oneglia in una gemella di Nizza. I commerci da Oneglia si stendevano fino alle altre sponde del Mediterraneo e verso Oriente. Dell'epoca napoleonica si hanno le statistiche del prefetto Chabrol che esaltano le risorse di Oneglia e delle sue strutture mercantili.
Nel XIX secolo Oneglia, prima della costruzione della ferrovia, ma anche dopo, visse un periodo di grande rilevanza nel mondo delle esportazioni di olio e delle importazioni di grano dall' Ucraina. Il porto di Oneglia, che rappresenta un patrimonio storico della città e della Liguria, è stato trasformato in uno spazio aperto al pubblico, pur mantenendo ancora alcune aree dedicate al carico scarico delle merci.
Il porto di Oneglia è composto da due bacini: il molo corto, ancora adibito ai commerci e il molo lungo percorribile a piedi e frequentato da imbarcazioni da porto di diversa provenienza internazionale e da pescatori, oltre ad essere un luogo di passeggio e di ritrovo. Oggi il porto di Oneglia non è solo un luogo di transito delle merci, ma anche un centro di vita sociale e culturale con la sua atmosfera vivace e la sua posizione strategica che offre una splendida vista su Porto Maurizio.
L' epoca d'oro dei traffici commerciali è stata quella della presenza dei camalli sulla banchina, negli anni Ottanta, una vera e propria età dell' oro, come ha detto Tommaso Lupi, storico console della compagnia portuale Maresca. Negli anni Sessanta da Oneglia partivano centinaia di auto Fiat verso la Spagna, il Sud America e il Nord Africa. In quell' occasione si pensò ad un progetto di sviluppo commerciale molto ambizioso, ma non se ne fece più nulla, anche a fronte di collegamenti stradali e ferroviari obsoleti.
La crisi degli anni Novanta coincise infine con la chiusura dello stabilimento della pasta Agnesi e lo smantellamento del relativo mulino. Il dibattito sul destino futuro del porto di Oneglia e della sua area è tuttavia aperto.














