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Cronaca | 03 febbraio 2025, 18:06

"Intermediario" assolto in tribunale a Imperia con la “formula dubitativa” per una falsa assicurazione

Per il giudice mancano prove certe sulla colpevolezza

"Intermediario" assolto in tribunale a Imperia con la “formula dubitativa” per una falsa assicurazione

Assolto con formula dubitativa per mancanza di prove certe sul suo coinvolgimento. Ad archiviare il caso con le motivazioni della sentenza che saranno rese note tra tre mesi è stato il giudice del tribunale di Imperia

Ha emesso la sentenza che vedeva imputato un uomo di 55 anni, accusato di aver truffato un automobilista con una falsa polizza assicurativa. Una vicenda che risale a sette anni fa quando la persona offesa aveva cercato online una polizza vantaggiosa per il proprio furgone. 

Spulciando le offerte sul web si era imbattuto su una offerta decisamente allettante. Il proprietario del mezzo era stato ricontattato telefonicamente da sedicenti impiegati di una compagnia assicurativa. La stipula della polizza, tuttavia, non prevedeva un classico bonifico bancario, ma un pagamento tramite ricarica Postepay, intestata all’uomo poi finito sul banco degli imputati. 

Il cliente, dopo aver versato 649,99 euro, aveva ricevuto via e-mail un documento apparentemente autentico, salvo poi scoprire, a seguito di un controllo della polizia Locale, che il suo veicolo non era realmente coperto da alcuna assicurazione. Durante il processo, l’accusa ha sostenuto che l’imputato fosse l’artefice della truffa, puntando sull’intestazione della carta Postepay utilizzata per il pagamento. Ma la difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Ramò, ha sollevato dubbi sulla piena responsabilità dell’uomo, evidenziando la mancanza di una prova inconfutabile che collegasse direttamente l’imputato alla frode. 

Alla luce degli elementi raccolti, il giudice ha deciso per l’assoluzione con formula dubitativa, poiché non è stata raggiunta la certezza necessaria per una condanna. La decisione sottolinea l’importanza del principio del “ragionevole dubbio” nel processo penale italiano, che impone di condannare un imputato solo in presenza di prove certe e inequivocabili.

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