Un intervento carico di riflessioni storiche e politiche quello pronunciato dal sindaco di Imperia Claudio Scajola, ospite, stamattina, sabato 12 luglio, al congresso cittadino di Fratelli d’Italia, che ha segnato l’elezione a coordinatore del partito di Paolo Strescino. Un gesto che non è passato inosservato, visti anche i precedenti tra i due datati 2012, al tempo dell'inchiesta sul porto turistico, quando Strescino era sindaco.
“La tradizione che anima Fratelli d’Italia è quella del coraggio, della forza, della capacità di non piegarsi. Non vorrei essere frainteso – come accadde con Biagi – ma la coerenza, valore che spesso mi ha avvicinato a questa area politica, non è un disvalore”, ha esordito il primo cittadino, rivendicando un lungo rapporto con la destra italiana", ha esordito.
Scajola ha, poi, ricordato come già negli anni ’80 avesse affrontato temi complessi in ambienti spesso ostili: “Nell’83 giovane sindaco organizzai a Imperia un convegno su Mussolini a Imperia con Bornacin. All’epoca era difficile anche solo parlarne, ma il dialogo con questa area c’è sempre stato. Quando nacque il Popolo della Libertà ci trovammo insieme, poi fui cacciato… e il progetto si frantumò. Giorgia Meloni, invece, ebbe il coraggio di ripartire da una minoranza, fondando Fratelli d’Italia”.
Uno sguardo, il suo, rivolto anche al futuro del centrodestra e della politica italiana: “Per capire cosa succederà, bisogna capire la storia. Ho messaggiato a Meloni: ‘forse un giorno farai anche tu un predellino’, (riferimento al celebre discorso di Berlusconi quando annunciò la nascita del Pdl ndr).Siamo ancora in una fase di passaggio. I partiti devono evolversi: non possiamo più pensare che bastino i simboli per parlare alla gente”. Un riferimento anche alla sua campagna elettorale del 2018: “Mi sono ricandidato per salvare Imperia, dopo i disastri del Pd, prima con Torelli, poi Berio e da ultimo con Capacci. Come ogni volta, mi sono ritrovato tutti contro, ma sono andato avanti e ho vinto con un progetto civico, fuori dagli schemi di partito. Questo è il segnale che la rappresentanza vera non sta nei partiti, ma nella credibilità e nei risultati”.
Infine, l’invito a guardare oltre i numeri: “FdI oggi ha il 30%, ma su un elettorato dimezzato. La vera sfida è riconquistare chi non vota. Si può fare, ma servono idee chiare, preparazione e concretezza”.














