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Attualità | 04 giugno 2025, 07:05

Carcere di Imperia al collasso, sovraffollamento al 126% e grave carenza di personale

Vincenzo Tristaino (Sappe): "Per alleggerire la struttura venga riaperto l'Istituto di Savona"

Carcere di Imperia al collasso,  sovraffollamento al 126% e grave carenza di personale

Il carcere di Imperia è al collasso: con 67 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 53 posti, il tasso di sovraffollamento ha raggiunto il 126%. Una situazione che riflette una crisi più ampia, come denunciato dal rapporto “Senza Respiro” dell’Osservatorio Antigone, che parla di un sistema penitenziario nazionale in “crisi profonda”.

Nel capoluogo, oltre alla mancanza di spazi adeguati, preoccupa l’alta percentuale di reclusi stranieri, che si attesta al 67%. “Aumentano le situazioni problematiche, con soggetti che difficilmente si attengono alle regole penitenziarie”, spiega Vincenzo Tristaino, segretario regionale del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria.

Uno dei fattori che ha contribuito a peggiorare le condizioni del carcere imperiese è la chiusura, nel 2017, dell’istituto penitenziario di Savona. Da allora, la struttura di Imperia, insieme alla sezione detentiva di Sanremo, è l’unico presidio attivo per tutte le province del Ponente. “Da anni chiediamo la riapertura del carcere di Savona, che potrebbe alleggerire la pressione sia sul Ponente che sul Levante”, sottolinea Tristaino.

Sempre nel 2017, un’altra scelta amministrativa ha avuto ripercussioni negative sulla gestione: l’accorpamento del provveditorato penitenziario della Liguria a quello di Piemonte e Valle d’Aosta. “Il focus per l’assegnazione del personale e la gestione dei detenuti è spostato su Torino. Da tempo chiediamo una maggiore autonomia per la Liguria, che ci consentirebbe di affrontare meglio le criticità locali”, afferma il segretario regionale del Sappe.

Il personale della casa circondariale è fortemente sottodimensionato: mancano almeno una decina di agenti. “Nonostante gli sforzi del Governo per nuove assunzioni, colmare il divario accumulato negli anni è estremamente difficile”, aggiunge Vincenzo Tristaino.

A complicare ulteriormente la situazione è la carenza di strumenti tecnologici. “Per contrastare l’introduzione di sostanze stupefacenti e oggetti non consentiti - conclude  Tristaino - servono schermature efficaci e dotazioni di sicurezza per gli agenti chiamati sempre più spesso a fronteggiare eventi critici”. 

Sara Balestra

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