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Accadde Oggi | 30 maggio 2025, 07:05

30 MAGGIO 1992. Statale 28, l'Armo-Cantarana rischia di diventare un'incompiuta. Servono 90 miliardi di lire: è corsa contro il tempo per i finanziamenti Anas

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30 MAGGIO 1992. Statale 28, l'Armo-Cantarana rischia di diventare un'incompiuta. Servono 90 miliardi di lire: è corsa contro il tempo per i finanziamenti Anas

L'attesa, agognata e invocata galleria Armo-Cantarana, sulla Statale 28, potrebbe diventare un'incompiuta. Le pressioni sul governo da parte di Regione Liguria e Regione Piemonte, oltre che della Provincia di Imperia e Cuneo e dei tantissimi sindaci del Basso Piemonte e della Riviera dei Fiori, sono sempre forti ma il futuro è decisamente nebulose. 

In particolare, l'azione ai fianchi dei territori verso Roma mira a scongiurare l'alto rischio di perdere i finanziamenti triennali dell'Anas. Il completamento della nuova tratta della 28, Pieve di Teco-Cantarana richiederebbe 90 miliardi di lire. La notizia giunge proprio nel giorno in cui cade l'ultimo diaframma della galleria (foro-pilota di circa quattro metri di diametro) che corre tra Armo e Cantarana, uno degli interventi tecnicamente più impegnativi dell'intero progetto.

"Lotteremo perché il progetto non si trasformi nell'ennesima incompiuta - confessa il sindaco di Imperia, Claudio Scajola - questo è il momento di fare fronte comune tra amministratori comunali, provinciali e regionali di Liguria e Piemonte, siano essi di maggioranza o di opposizione. Del gruppo dovrebbero far parte in primo luogo i parlamentari di ogni partito politico delle due regioni maggiormente interessate. La Statale 28 non può dividerci, in questo caso deve unirci. 

Bisogna far presto, intervenire nelle sedi competenti e rastrellare il finanziamento mancante. La realizzazione del collegamento con la provincia di Cuneo rappresenta una spesa effettiva di investimento produttivo. Costruire la strada significa uscire da un isolamento che ci ha penalizzato e che minaccia di penalizzare ancora di più la nostra provincia".

Dei 90 miliardi necessari poco meno della metà dovrebbero essere inseriti nel piano triennale dell'Anas, ma si teme che il nuovo governo tracciando i suoi nuovi programmi possa dirottarli per altre spese. "Sono d'accordo con Scajola per il fronte comune a prescindere da qualsiasi ideologia - precisa il sindaco di Pieve di Teco,  Luciano Brunengo -  è necessario che al momento buono i nostri parlamentari siano a Roma perché le cifre che dovrebbero esserci assegnate non vengano dirottate altrove e, anche, per reperire gli altri fondi mancanti. La strada va terminata. Per Pieve di Teco si tratta di sopravvivenza. 

La nuova statale potrebbe consentire alla nostra cittadina di rientrare in un circuito di grande traffico commerciale. Pieve di Teco storicamente è molto legata al Piemonte. Tagliata fuori una secolo fa dalla strada ferrata, perché all'epoca era stata privilegiata la linea Limone-Ventimiglia, ora non può permettersi di perdere quest'ultima possibilità".

Giorgio Bracco

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