I traffici portuali vanno a gonfie vele e dalla banchina imperiese soffia, forte, il vento che spinge l'economia cittadina. Un crocevia fondamentale per pasta e olio, prodotti trainanti dell'export ponentino.
Supera le 160 mila tonnellate annue il movimento delle merci nei due bacini di Oneglia e Porto Maurizio. Dopo un periodo di relativa calma, dunque, i traffici commerciali via mare tornano a essere un punto di riferimento per la città e il suo hinterland. E soprattutto per l'occupazione. "Trattiamo il grano per conto del Pastificio Agnesi e l'olio che raggiunge varie destinazioni, il cemento per il quale si utilizzano i due nuovi silos, ferro e ghisa - conferma il presidente della Cooperativa portuale, Valdimiro Calcagno - le quantità di queste merci, negli ultimi tempi si sono attestate su buoni livelli".
Nel 1997, in Calata Anselmi a Porto Maurizio sono stati sbarcati quasi 43 mila tonnellate di olio commestibile alla rinfusa, oltre 6 mila cassoni contenenti acciaio e ghisa e 870 tonnellate di sacconi di carbonato di calcio per un totale complessivo di più di 50 mila tonnellate movimentate. Nel bacino di Calata Cuneo a Oneglia, sono invece state trattate oltre 49 mila tonnellate di olio commestibile alla rinfusa, 50 mila tonnellate di grano duro alla rinfusa e 6 mila tonnellate di cemento sfuso alla rinfusa. Complessivamente si è toccato quota 105 mila tonnellate di merce. Il movimento in uscita, va detto, è più ridotto rispetto all'entrata. Nel '97 da Porto Maurizio non ci sono stati imbarchi di merce.
A Oneglia, invece, sono state stivate a bordo 3 mila tonnellate di olio commestibile in lattine, 2 mila tonnellate di tubi di ghisa e merce varia, per un totale di oltre 5 mila tonnellate di merce che hanno preso il mare da Imperia verso tutto il mondo. Rispetto al recente passato i numeri non si discostano molto. non ci sono stati sbalzi di grande entità. Il traffico portuale imperiese si sta ormai stabilizzando attorno alle 160-170 mila tonnellate all'anno.
La struttura portuale sta confermandosi uno tra i pilastri dell'economia imperiese. "Il porto aiuta l'economia e anche l'occupazione - conferma Tommaso Lupi, ex console del porto e profondo conoscitore dei traffici commerciali dei due porti imperiesi - attorno al bacino imperiese operano i soci della Compagnia Portuale, autotrasportatori, spedizionieri e altri operatori. Complessivamente si può affermare che le strutture offrono lavoro a un centinaio di persone. In passato coloro che potevano lavorare grazie ai nostri bacini erano molti di più, ma oggi la drastica riduzione dei posti è anche e soprattutto causata dall'avanzare delle più sofisticate tecnologie. Per scaricare una nave ci sono mezzi d'avanguardia. A Imperia quasi ogni portuale lavora con il muletto, poi ci sono le gru e non ci resta che prendere atto che l'epoca dei camalli è ormai definitivamente entrata a far parte della storia".