Domani è la festa degli innamorati ma è anche una felice occasione per i floricoltori rivieraschi. Infatti il fiore rimane il protagonista assoluta di San Valentino, l’omaggio maschile per antonomasia al mondo femminile. “Questa ricorrenza – spiega Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Liguria – è sempre una ricorrenza importante per la nostra floricoltura ma è pure il modo per orientare le richieste verso scelte consapevoli non monopolizzate verso la classica rosa rossa”.
In effetti la rosa non è più il prodotto principale del florovivaismo rivierasco. “Il mercato di questo fiore è diventato appannaggio di Equador, Colombia e Kenia per il basso costo ma non per il livello qualitativo – prosegue Boeri – mentre la nostra floricoltura si è orientata verso altri fiori rossi come ranuncolo, anemone e papavero ovviamente senza dimenticare le coltivazioni di ginestra, mimosa e verde reciso, comparti dove siamo altamente competitivi per qualità e quantità”. Il ruolo delle aziende nostrane, insomma, è confermato e ribadito dalla loro sfera di influenza”.
“La maggioranza della produzione si indirizza verso i mercati esteri – continua –. I paesi più interessati dalle nostre esportazioni sono tutti quelli del Nord Europa, gli Stati Uniti, la Russia e il sud est asiatico”.
Un momento particolare se si tocca l’elemento esportazioni soprattutto riguardo agli Usa. “Attualmente è un argomento d’attualità – conferma Boeri –. Il mercato Usa è parecchio importante per noi e merita grande attenzione anche in considerazione della nostra vocazione all’export ma il florovivaismo, come era già avvento quattro anni fa, non è inserito nei settori passibili di dazi. Comunque, negli anni, il settore non ha mai evidenziato segni di recessione".
“Il garofano, che ha rappresentato l’inizio della floricoltura rivierasca, è scomparso – afferma il presidente Boeri – ma le nostre aziende hanno saputo affermarsi con altre produzioni in grado di mantenersi sul mercato sempre con il segno più”.