Se il futuro inizia sempre con un cantiere è da chiedersi quando termina il passato. Perché, se di 'Incompiuta; ne esiste già una che ha conquistato la storia cittadina, gli attuali cantieri fanno fatica a dare l’avvio al futuro.
Il loro nemico numero 1, quello che li rallenta, li mette in difficoltà è sempre lo stesso, si chiama burocrazia. Vedasi il caso della costruzione fino al 1999 sede della ex Sairo, nel 1912 prima raffineria di olio d’oliva in Italia e pure in Europa è destinato a nuova vita ma quella “rinascita” è affidata a un cantiere troppo spesso deserto.
Quell’immobile di via San Lazzaro, testimone di un’epoca industriale e olearia ormai tramontata, diventerà un ostello per gli sportivi con aree dedicate alle attività per le associazioni cittadine, una palestra e una generosa zona verde con pista ciclabile.
Il progetto di riqualificazione, inoltre, la realizzazione di due edifici, inferiori per altezza al resto dell’immobile, dove saranno situati alcuni appartamenti per edilizia convenzionata e altri per accogliere famiglie e persone in difficoltà.
"Il progetto è nato nell’ambito del Pnrr – spiega il vicesindaco Giuseppe Fossati, assessore all’Urbanistica – e consiste in tre cantieri in uno con un finanziamento di 16 milioni di euro che non sono stati ancora accreditati”.
Ma il problema non è finanziario. “L’area del cantiere doveva essere bonificata – prosegue Fossati – e, per questo, si è dovuto elaborare un piano di bonifica che deve avere l’esame e l’approvazione dell’Arpal regionale: è dovuto intervenire il sindaco per accelerare la pratica, a Genova la trattavano come fosse una speculazione privata”. Insomma, questa volta l’amministrazione comunale non ha alcuna responsabilità nelle lungaggini esasperanti dei lavori.
“Comunque – aggiunge il vicesindaco – attualmente esiste un crono-programma ed entro il 2026 il progetto dovrà essere concluso salvo il rischio di restituire il finanziamento”.
Anche nel rione di levante esiste un altro progetto di riqualificazione di un’opera che ha segnato la storia di Oneglia, il mercato coperto intitolato nientemeno che ad Andrea Doria, ammiraglio di nascita onegliese.
La sede che ha visto decine e decine di agricoltori tra i banchi con frutta e verdura in bella mostra è stato chiuso dallo scorso medi di agosto, proprio per essere sottoposto al restauro per riportarlo al suo antico splendore. “Abbiamo già il progetto approvato – precisa Gianfranco Gaggero, assessore ai Lavori Pubblici – e tutta la procedura burocratica, ambientale e paesaggistica in regola ma aspettiamo il finanziamento di cui abbiamo certezza ma non alcuna sicurezza dei tempi”. Anche in questo caso è sempre la burocrazia che, in modo o nell’altro, riesce sempre a farsi protagonista anche se è nata con il positivo intento di garantire il diritto e l’equità.