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Attualità | 12 giugno 2020, 07:21

Imperia, Trincheri: "Non dimenticatevi di noi volontari. Ci siamo sempre, anche quando le emergenze finiscono. Servono aiuti e risorse" (foto e video)

Abbiamo tracciato il bilancio degli ultimi tre mesi con il presidente della Croce Bianca. "Contro il Covid-19 lavoro di squadra- ci dice- con le altre associazioni, adesso però le Istituzioni ci devono permettere di recuperare le risorse investite per andare avanti"

Imperia, Trincheri: "Non dimenticatevi di noi volontari. Ci siamo sempre, anche quando le emergenze finiscono. Servono aiuti e risorse" (foto e video)

90 giorni, 450 servizi effettuati, tre auto messe interamente a disposizione, 18.500 chilometri percorsi per aiutare le persone in difficoltà:questi sono i numeri che hanno riguardato la gestione dell’emergenza coronavirus da parte della Croce Bianca di Imperia, una delle pubbliche assistenze più attive sul territorio.

Nelle parole del presidente Roberto Trincheri, che abbiamo intervistato, c’è la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro, ma resta sempre alta l’attenzione nell’aiutare il prossimo e soprattutto la paura di essere stati vicini ad un nemico invisibile che ha mietuto tante, troppe, vittime. “Abbiamo cercato di fare tutto quello che era nelle nostre possibilità e- ci dice- credo che il nostro lavoro sia stato svolto più che bene”. Da quando l’Italia ha dovuto “combattere” contro il covid-19 in tanti sono stati in prima linea. Così come lo sono stati i volontari della Croce Bianca che hanno effettuato centinaia di interventi. Dei 70-80 volontari in organico, qualcuno, però ha dovuto compiere una scelta: rinunciare al servizio. Una scelta dovuta a motivi familiari importanti, all’età, a situazioni collegate alla salute e di conseguenza son venute a mancare circa 25 unità. Ma la pubblica assistenza comunque è riuscita a fare grandi cose.

Tanti sono i ricordi impressi nella mente del presidente Trincheri. “Quello che mi ha maggiormente toccato- ci racconta-è stato quando la centrale ci ha chiamato per dirci di andare a prendere un nostro dipendente. Una persona a me vicina; e io e l’equipaggio ci siamo guardati e prima di partire e a tutti sono venuti gli occhi lucidi. Per fortuna poi è andato tutto bene, il dipendente è rientrato in servizio; ma quello è stato veramente un momento difficile.

Nella tragicità del momento storico, però  c’è stata anche una nota positiva.  È stata la vicinanza con le altre associazioni e le altre Croci- dice fiero il presidente.  Questa pandemia l’abbiamo affrontata insieme alla Croce Rossa, alla Verde di Taggia, alle Misericordie , e insieme a questi colleghi ci siamo resi davvero conto che uniti possiamo fare la differenza. Tutti hanno dato il massimo, ci siamo stretti insieme, abbiamo collaborato attivamente dimostrando la parte bella di quello che siamo ossia:siamo importanti. Il nostro nemico era come un pugile che ci ha colpito quando non eravamo pronti, ma insieme siamo riusciti a non finire ko. Per questo vorrei rivolgere un ringraziamento a tutte le Croci e volontari di tutte le associazioni nonché al personale sanitario sia di Imperia che di Sanremo”.

Una collaborazione fruttuosa che ha messo da parte qualsiasi tipo di “campanilismo”. Quando ad esempio, le mascherine a marzo erano introvabili anche perché lavorava nelle pubbliche assistenze di fronte alla donazione di trecento FFp2 da parte della comunità sia islamica che turca, il presidente Trincheri non ha esitato un attimo e le ha distribuite anche alla Verde di Taggia, alla Croce Rossa, ad alcuni Croci nel dianese, e anche al pronto soccorso imperiese. “Era doveroso farlo, afferma- per aiutare davvero gli altri dovevamo farlo in sicurezza”. La paura infatti, li ha accompagnati per 90 lunghi giorni. La paura di “essere venuti a contatto con il virus e portarlo nelle nostre famiglie, ma l’aspetto più brutto è stato il distacco, anche fisico, che abbiamo dovuto avere con i pazienti. Indossavamo la tuta, era come se fossimo anonimi, non potevamo avere un certo contatto. Non siamo abituati a gestire così l’emergenza”.

Quando c’è stata l’evidenza dei primi focolai in Italia e poi anche in Liguria nessuno era pronto a gestire questa situazione, “neanche la politica lo era- afferma Trincheri-, ma una cosa è certa noi abbiamo speso tanto, sia in termini di energie, ma anche a livello economico. In questi 90 giorni ho speso più di 28 mila euro per i dispositivi di protezione e di questo bisogna tenerne conto. Occorre che questi soldi qualcuno ci aiuti a farli “rientrare” nelle casse delle associazioni e di tutte le altre pubbliche assistenze perché li abbiamo spesi per aiutare gli altri. Siamo stati aiutati tantissimo dalla popolazione con le donazioni. Aiuti importanti che arrivano da altre associazioni e dalle persone comuni che si sono resi conto di quello che stiamo facendo. Di noi, però non se ne può parlare solo quando si ha bisogno. C’è un emergenza grave, il covid, il ponte di Genova, ma quando l’emergenza passa noi veniamo dimenticati. Noi siamo qua tutti i giorni 24 ore su 24, tutto l’anno, che sia Natale e Pasqua, noi ci siamo, ma abbiamo bisogno di aiuto perché fatichiamo ad andare avanti.

Per il presidente della Croce Bianca c'è un dato che deve far riflettere "chi sta dall’altro lato della scrivania, chi sta nella stanza dei bottoni " ed è proprio il costo sostenuto per la gestione dell' emergenza. "In una parte della Liguria- dichiara- c’è un’associazione privata che per l’emergenza covid chiedeva 400 euro ogni 12 ore e 100 euro per ogni ambulanza aggiuntiva. Le pubbliche assistenze, tipo la mia, mettevano a disposizione tre ambulanze per tutto il giorno e prendevano 90 euro di incentivo, ciò dimostra che i volontari costano meno e ciò non significa che non sono professionali. Noi lavoriamo tantissimo sulla formazione; prima di far salire una persona sull’ambulanza, facciamo fare corsi su corsi. Non siamo dei pazzi che aprono una porta e fanno salire una persona sul mezzo di soccorso. Metto la mano sul fuoco. Tutte le associazioni di volontariato che operano nella nostra zona sono tutti dei professionisti , professionisti a costo zero: perché vogliono aiutare gli altri e amano questo servizio. Invece di chiudere le porte o cercare di cancellarci. Ragioniamo. L'Italia è una delle poche nazioni che può contare su di noi".

Chiunque volesse aiutare la Croce Bianca di Imperia può farlo anche destinando il 5x1000, basta indicare il nostro codice fiscale  80006490082 nel apposito spazio dei modelli CUD, 730 e Unico  nella casella “ Sostegno del Volontariato e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale”: con un semplice gesto, si può dare un grande sostegno a chi ha aiutato, pianto e sorriso insieme a tanti imperiesi, e non solo, in questa terribile emergenza sanitaria.

Angela Panzera

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