Una stagione con luci e ombre, questa delle aziende agrituristiche del turismo ponentino. E a doverlo ammettere è una osservatrice privilegiata quale può essere Mariangela Cattaneo, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori di Imperia. “Non sarà una stagione da incorniciare – spiega la presidente al vertice della Cia provinciale –. Alcuni diretti interessati lo affermano già adesso quando non è ancora conclusa, altri preferiscono emettere un verdetto soltanto dopo la fine”.
Al di là dei dubbi più che legittimi, sicuramente di questa estate 2025 nessuno è in grado di essere soddisfatto. “Non si può che pensare delle limitate risorse a disposizione degli italiani e, in particolare, delle famiglie – afferma Cattaneo - anche se non è giusto accomunare le aziende agrituristiche alla crisi generalizzata del nostro turismo”.
Quel settore particolare, infatti, è in grado di mettere sul piatto delle offerte qualcosa di particolare. “L’agriturismo ha una chance in più rispetto alle solite opportunità di vacanza – tiene a sottolineare Cattaneo –. Può offrire un’esperienza diversa, un’immersione nella natura con la pace, il silenzio e l’atmosfera che la costa cementificata, con il traffico e i rumori imperanti non è più grado di regalare senza dimenticare, inoltre, le ragioni logistiche legate a vie di comunicazioni come l’autostrada non più in grado di garantire trasferte in tempi ragionevoli e con costi adeguati”.
I triti e ritriti problemi, insomma, che turbano il sonno degli operatori turistici e anche dei residenti da decenni. Ovviamente non si possono certo dimentica gli aumenti dei costi che pesano sulle tasche dei vacanzieri, anche di quelli ospiti degli agriturismo. “Come per tutti i settori – ammette la presidente Cia – anche questo ha dovuto subire gli aumenti delle spese legate all’energia, alle materie prime che hanno costretto a un incremento che giudico inferiore al 10/15 per cento, quindi più che motivato dalla situazione generale”. Anche la clientela è cambiata, soprattutto per quanto riguarda età e nazionalità. “Dobbiamo registrare soprattutto la presenza di stranieri – sottolinea –. I francesi son tantissimi ma pure i turisti tedeschi e comunque del Nord Europa in particolare affezionati al nostro entroterra mentre non abbiamo elementi attrattivi per i giovani, in minoranza rispetto a visitatori in età matura, anziani e pensionati più inclini ai centri storici e ai paesi incontaminati e meno al cemento invadente della costa”.














