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Attualità | 14 agosto 2025, 07:13

Ferragosto in Riviera, Muratorio (Balneari): "Prezzi in spiaggia non 'esosi' adeguati ai servizi offerti dalle imprese"

Tra i balneari, anche in piena stagione, cresce la preoccupazione per la direttiva Bolkestein

Ferragosto in Riviera, Muratorio (Balneari): "Prezzi in spiaggia non 'esosi' adeguati ai servizi offerti dalle imprese"

Il problema è l’impoverimento delle famiglie italiane. Perché i costi del ʽpacchettoʼ ombrellone-lettini sono adeguati anche alla serie di servizi che offrono gli stabilimenti balneari. È questa, in buona sintesi, l’analisi di Monica Muratorio, presidente provinciale del Sindacato Italiano Balneari, a fronte della marea montante nata a livello nazionale in questi ultimi giorni per i prezzi dovuti dai clienti delle spiagge. Un caso che potrebbe, e qualcuno anche vorrebbe, essere definito come polemica ma che polemica non è considerato che il nostro paese da 20 anni disattende la direttiva Bolkstein tanto da aver subito una procedura di infrazione da parte di Bruxelles nel 2020 e che il decreto dello scorso anno proroga le attuali concessioni demaniale ʽsoltantoʼ fino al settembre 2027. 

“Non credo assolutamente di poter definire esosi i servizi balneari – afferma decisamente  Muratorio –. Dietro la spesa per lettini e ombrelloni, esiste un impegno di lavori, di costi per il personale, di accurata manutenzione di tutto lo stabilimento, insomma non è per niente giusto definire esagerati i prezzi che sono all’attenzione dell’opinione pubblica in questi giorni”. Ma la presidente SIB è perfettamente cosciente della situazione. “Il vero problema – ammette – consegue dalla diminuzione delle capacità finanziarie delle famiglie: in passato ci si poteva permettere vacanze estive al mare e in montagna, attualmente, invece, le famiglie hanno possibilità ridotte per cui devono scegliere”.

 Il risultato non può che preoccupare e condizionare tutta l’economia del ponente essenzialmente fondata sul turismo. “Sono ormai 15 anni che assistiamo al decremento delle presenze turistiche – afferma Monica Muratorio e questo non dipende certo dai costi o, comunque, dalle azioni dei gestori degli stabilimenti balneari che si impegnano a offrire arenili e servizi collaterali nella loro migliore condizione e, almeno per le spiagge di Diano Marina, non ci sono stati aumenti di rilievo”.

 Rimane il fatto che la media nazionale relativa ai canoni demaniale sia inferiore ai 10 mila euro mentre il fatturato medio annuale si attesta tra i 150 e 500 mila euro. “Queste cifre sì, che sono esagerate – contesta la presidente provinciale Sbi –. Sottraendo tutte le spese e i costi per gestione, manutenzione, personale al titolare, se va bene, rimane il 30 per cento ovvero le briciole rispetto a quei dati che dipingono un settore miliardario”. Insomma il gestore di uno stabilimento balneare è un onesto lavoratore che cura uno degli aspetti più importanti e significativi dell’economia non solo del ponente ligure, quello balneare.

 Ma, tra due anni, l’ultimo decreto approvato per coerenza con le direttive europee potrebbe rivoluzionare il settore. “È una normativa spacciata per popolare – afferma – mentre, dove è già stata applicata, ha determinato un notevole aumento di costi per il pubblico e un’ingiustizia per gli attuali gestori”. E qui nasce un’intricata ʽgiunglaʼ di controversie. “Il decreto parla di indennizzi per il concessionario che perde ma soltanto per i beni non ancora ammortizzati mentre non riconosce il valore aziendale: per questo siamo contrari, non è giusto che l’impegno di lavoro e denaro non debba essere riconosciuto”.

Ino Gazo  

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