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Appunti di Storia | 15 giugno 2025, 07:02

APPUNTI DI STORIA. La parabola di Ottone Doria di Oneglia

Fu padrone di molti territori e svolse prevalentemente  attività corsare sui mari

APPUNTI DI STORIA. La parabola di Ottone Doria di Oneglia

Ottone Doria ghibellino genovese del XIV secolo, nato da Emanuele di Nicolò, uno dei feudatari di Genova nel Ponente ligure, fu padrone di molti territori e svolse prevalentemente  attività corsare sui mari. Consignore di Diano, di Cervo e di Oneglia, Castelvecchio, Borgo Sant'Agata, Cascine d'Oneglia, Pontedassio, Malpertugio, Costigliole d'Oneglia, Costarossa, Villa dei Mortazzi, Villa dei Gatti, Bestagno, Olivastri, Cesio, Testico e altri borghi, combattè al soldo di molte bandiere e si scontrò anche con il potere di Genova, da cui era stato espulso perché ghibellino.

 Il Doria con le sue imprese piratesche rappresentò una grave minaccia per le flotte e i commerci nel Mediterraneo e anche nel mar del Nord. Riabilitato da Genova ottenne la conferma delle investiture dei feudi del Ponente e venne inviato in Corsica per tentare un accordo con i fautori quella ribellione. Mossosi con abilità tra Francia e Inghilterra nell'ambito della Guerra dei Cent'anni, svolse un ruolo di rilievo e di arbitro nella  politica europea con abilità, non senza doppiogiochismo. 

Ebbe incarichi dal re di Francia e da quello di Inghilterra, intensificò scorrerie lungo le coste liguri e mise a repentaglio gli interessi dell'Aragona e dei potentati sardi e catalani. Effettuò colpi di mano sulle coste inglesi e in acque fiamminghe, trasportò cannoni e armati per conto di varie potenze. Si trovò nuovamente in contrasto con Genova  e con Simone Boccanegra: i suoi beni verranno confiscati, contro di lui muove il podestà genovese Bosone da Gubbio; Ottone fuggi' dall'Italia, per farvi ritorno dopo una generale tregua tra i vari soggetti in conflitto  a Genova e in Europa, riprendendo il controllo dei suoi feudi  a breve si opporrà al doge genovese  De Murta, attaccando la città, senza esito. 

Genova, a sua volta, inviò una spedizione contro di lui e gli alleati Grimaldi di Monaco anche per appoggiare i guelfi di Sanremo. Ottone riuscì a recuperare Oneglia, conquistò Porto Maurizio, Cervo, Diano e Albenga e le zone circostanti con un'armata potente, ma non resistette alla forza genovese. La controffensiva della Superba guidata da Guiscardo dei Lanci ebbe la meglio e Ottone Doria si rifugiò a Cervo, perdendo Porto Maurizio e Oneglia. 

Qui si arrese. Luchino Visconti con un lodo tra i cittadini di Genova e i partigiani di Ottone mise pace tra le parti. Ottone recuperò ancora Oneglia e il resto dei borghi di cui era consignore, con la promessa di non attaccare più il capoluogo. Sempre nella Guerra dei Cent'anni venne presto chiamato dal re di Francia insieme ai Grimaldi di Monaco per affrontare gli inglesi nel perdurante conflitto con un forte schieramento di balestrieri genovesi, tra cui onegliesi e portorini. La battaglia di Crécy vedrà la superiorità tecnica delle truppe inglesi rispetto all''inesperienza francese, la cui confusione non sarà di aiuto all'agilità delle forze genovesi. Ottone, l'imperatore Giovanni di Boemia e il re di Malaga persero la vita nello scontro. Finì così la parabola di Ottone Doria di Oneglia.

Pierluigi Casalino

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