Le api hanno tanti nemici, gli ultimi sono il cambiamento climatico e le vespe velutine, ma hanno anche un nuovo alleato. E lo ha ideato un tecnico apistico e apicoltore ponentino, di Airole. Albert Einsten aveva avvertito che “la scomparsa delle api è l’inizio della scomparsa del genere umano” e ieri era la Giornata mondiale delle api istituita proprio perché è una possibilità tragica.
Infatti, quell’insetto appartenente all’ordine degli imenotteri non produce soltanto il miele ma è fondamentale per l’impollinazione delle piante. Quindi assolutamente necessario per il genere umano, la nostra alimentazione per l’80 per cento dipende da quel processo che, senza le api, scomparirebbe e noi potremmo morire per fame.
Uno dei numerosi nemici del produttore del miele è rappresentato dalla vespa velutina ovvero il calabrone dalle zampe gialle che ha proprio le api come alimento preferito. Una guerra contro questo predatore già iniziata con le ʽarpe”, uno strumento posizionato vicino agli alveari dotato di tanti fili metallici percorsi dalla corrente elettrica di alto voltaggio e basso amperaggio che uccidono le vespe al loro passaggio. “Sicuramente è un metodo efficace – ammette Fabrizio Zani, tecnico apistico di Airole – ma elimina soltanto le vespe che attaccano gli alveari mentre i loro nidi hanno una densità enorme, al limite di 70 per ogni alveari”. In questa situazione la guerra è difficile e improbabile da vincere, per ogni nido nascono migliaia di vespe micidiali per gli alveari.
“Abbiamo ideato un sistema per catturare le vespe – spiega Zani – e farle diventare portatrici di un biocida da portare nei loro nidi, l’abbiamo battezzato ʽMetodozetaʼ e ci sto lavorando da nove anni”. Insomma potrebbe essere l’arma risolutiva che. però, presenta un solo problema. “Ha bisogno di essere autorizzato proprio per l’utilizzo del biocida – precisa ancora l’ideatore – ed è una procedura che comporta un investimento finanziario molto importante: non ho ancora trovato un finanziatore, a quanto pare non c’è interesse”.
Eppure l’interesse ci dovrebbe essere visto che, sicuramente, avrebbe un notevole ritorno economico. Un’indifferenza come quella riguardo al cambiamento climatico. “In questi tempi – è il suo allarme – le api si possono considerare ʽconfuseʼ, il clima cambia continuamente, non rispetta i ʽparametristagionaliʼ con le temperature calde e fredde che si avvicendano senza ragione così che per le api è un disastro, iniziano l’attività e poi devono interrompersi per l’improvviso calo delle temperature”.