Da oggi è entrata entra in vigore la nuova macrostruttura apicale della Provincia e la scure si abbatte sui dirigenti: da sei si passa a quattro, con nomi già ben noti per quella che l’amministrazione targata Claudio Scajola definisce una “razionalizzazione". A farne le spese, sono l'ingegner Patrizia Migliorini, dirigente storica dell'ente e l'ingegner Mauro Balestra, assunti a tempo indeterminato, che di punto in bianco si ritrovano senza incarico.
Intanto, il nuovo assetto dirigenziale si presenta come segue: Manolo Crocetta, dirigente del settore Avvocatura, Appalti e Contratti; Francesca Mangiapan (Servizi Generali e Sistemi Informativi); Luigi Mattioli (Amministrazione Finanziaria e Risorse Umane); Michele Russo (Infrastrutture, Scuole, Ambiente e Patrimonio).
Ciò accade, e la cosa stupisce, proprio in un momento in cui l’Ente chiude con svariati milioni di attivo e quando, anche grazie all’impegno del presidente Scajola presso l’Upi, si prospetta per la Provincia un ritrovato 'peso' e il riacquisto di funzioni perdute.
Accade, ed è elemento di ulteriore stranezza, che un Ente che si permette di pagare profumatamente e da anni una struttura sub commissariale per quanto riguarda l’Ato idrico (pur il commissario Scajola non percependo compenso) decida di punto in bianco di tagliare due dirigenti, diminuendone il numero complessivo.
Per i due esclusi, Migliorini e Balestra, infatti, scatta ora una procedura tutt’altro che rassicurante: tre mesi di 'reimpiego provvisorio', seguiti da due anni di mobilità (con un assegno pari all’80% dello stipendio attuale) e poi, inevitabilmente, il licenziamento. Ciò costringe i due 'tagliati' a trovare una collocazione alternativa in un età non più certo verde.
La domanda resta una: è davvero solo spending review e razionalizzazione?