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Sanità | 29 marzo 2024, 13:13

Crisi Sanità, Unione Popolare: "Rifondiamo la sanità pubblica, no alla sua privatizzazione" (video)

"L'ospedale unico non può essere la soluzione ai problemi nella nostra provincia", dichiara Mariano Mij

Crisi Sanità, Unione Popolare: "Rifondiamo la sanità pubblica, no alla sua privatizzazione" (video)

"Quale riorganizzazione sanitaria in provincia per rispondere alle richieste di salute dei cittadini? Rifondiamo la sanità pubblica, no alla sua privatizzazione", un incontro organizzato da Unione Popolare per discutere del tema sanità.

L'INTERVISTA

Mariano Mij, medico ospedaliero, ripercorre le carenze della sanità nazionale e locale: “Il grosso problema dell’accesso alle cure è principalmente legato alle liste di attesa, è un problema che arriva da lontano. Quando il personale sanitario c’era non c’è stata una politica per trattenerlo nei nostri ospedali, nei nostri presidi sul territorio. Oltre alla carenza di personale sanitario, problema particolarmente sentito in Liguria e nel Ponente ligure, mancano strutture territoriali ambulatoriali, la medicina preventiva è ridotta a pochi esami di screening, le famose case di comunità che avrebbero dovuto compensare il taglio dei posti letto a livello nazionale e regionale, sono ferme, perché manca il personale. Le case di comunità consentirebbero effettivamente di ridurre l’accesso al pronto soccorso, che è l’ultima frontiera per molti cittadini quando non riescono a reperire il medico di famiglia o la guardia medica.

Al momento, in provincia di Imperia, mancano duecento posti letto, i reparti e i pronto soccorso, quindi, sono pieni e inoltre, questo si intreccia con la riabilitazione, i posti di riabilitazione sono carenti e non si riesce a dimettere un paziente dal proprio reparto perché manca la struttura che possa accettarlo per la riabilitazione.

Quali sono le proposte: “Alla mancanza di medici si è cercato di rispondere con medici delle cooperative, a gettone, ossia medici che sono già impegnati in altri ospedali e che in turni di riposo vengono a fare prestazioni in straordinario che vengono pagate oltre 120 euro all’ora. Oltre a non garantire un’adeguata continuità assistenziale determinano anche differenze di trattamento dei medici che operano nella struttura. Proponiamo che vengano reperiti medici, rimuovendo il numero chiuso dalle università e invitando medici dall’estero, come in Calabria dove sono stati inviati medici da Cuba”.

Infine sul progetto dell'ospedale unico, Mij aggiunge: "L’ospedale unico non può essere la soluzione di questi problemi, richiede una spesa di quasi 400 milioni di euro, che dovremo restituire pagando rette annuali che superano i 10 milioni di euro l’anno che verranno sottratti ai servizi”.

L'INTERVISTA

Spiega Lilia Lampi: “Lo stato disastroso della sanità è sotto gli occhi di tutti e nell’esperienza di molti purtroppo. È il frutto delle scelte politiche degli ultimi governi nazionali e della giunta regionale di Toti. Vogliamo rivendicare che la salute è e deve rimanere un diritto, non è una merce. Il diritto alla salute vuol dire una medicina pubblica che possa liberamente fare prevenzione che ritorna nelle casse dello Stato come risparmio sulle future malattie, ricoveri e degenze.

Diritto alla salute vuol dire anche assistenza medica laica, rispetto delle scelte delle donne e di tutti i cittadini. In provincia esiste la necessità di potenziamento del 'consultorio', tra i servizi di base e territoriali, ora ridotto ai minimi termini".

L'INTERVISTA

Conclude Renato Donati: “Parliamo di cifre, siamo uno Stato che spende 75 milioni di euro al giorno per spese militari, una cifra folle. Dobbiamo smontare questo assioma per cui non troviamo i soldi per la sanità, per la scuola, per la cultura, ma si trovano invece per gli armamenti”.

Sara Balestra

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