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Attualità | 09 marzo 2024, 19:01

Una Via Crucis in trasferta per il vescovo Borghetti, il 23 marzo sarà a Diano Marina

Presenti anche i membri di alcune Confraternite delle diocesi e il coro che animerà con i canti la celebrazione

Una Via Crucis in trasferta per il vescovo Borghetti, il 23 marzo sarà a Diano Marina

A presenziare i membri di alcune Confraternite delle diocesi e il coro che animerà con i canti la celebrazione. Sabato 23 marzo, alle ore 20,45, la Via Crucis diocesana sarà presieduta dal vescovo Guglielmo si svolgerà a Diano Marina.

Un momento di preghiera e di riflessione con il presule in trasferta che, al termine della Via Crucis, terrà una breve omelia. In caso di condizioni meteo avverse sarà celebrata nella Chiesa di Sant’Antonio Abate. I

l titolo della via crucis è “In cammino verso il Giubileo del 2025”. Ma è la Via Crucis in sé ad essere importante anche dal punto di vista storico: è la devozione alle visite di Maria, madre di Gesù, presso i luoghi della Passione a Gerusalemme, anche se la maggior parte degli storici riconosce l'inizio della specifica devozione a Francesco d'Assisi o alla tradizione francescana.

Intorno al 1294, Rinaldo di Monte Crucis, frate domenicano, racconta la sua salita al Santo Sepolcro "per viam, per quam ascendit Christus, baiulans sibi crucem", per varie tappe, che chiama stationes: il luogo della condanna a morte di Gesù, l'incontro con le pie donne, la consegna della croce a Simone di Cirene, e gli altri episodi della Passione fino alla morte di Gesù sulla Croce. Originariamente la vera Via Crucis comportava la necessità di recarsi materialmente in visita presso i luoghi dove Gesù aveva sofferto ed era stato messo a morte.

Dal momento che un tale pellegrinaggio era impossibile per molti, la rappresentazione delle stazioni nelle chiese rappresentò un modo di portare idealmente a Gerusalemme ciascun credente.

Le rappresentazioni dei vari episodi dolorosi accaduti lungo il percorso contribuivano a coinvolgere gli spettatori con una forte carica emotiva. Sul finire del XIV secolo, si ha una delle prime attestazioni della Via Crucis fuori dalla Terra Santa: il frate domenicano Alvaro da Cordova introduce questa pia pratica nel suo convento. Tale pratica popolare venne diffusa dai pellegrini di ritorno dalla Terrasanta e principalmente dai Minori Francescani che, dal 1342, avevano la custodia dei Luoghi Santi di Palestina.

Inizialmente la Via Crucis come serie di quattordici "quadri" disposti nello stesso ordine (vedi il capitolo seguente) si diffonde in Spagna nella prima metà del XVII secolo e venne istituita esclusivamente nelle chiese dei Minori Osservanti e Riformati. Successivamente Clemente XII estese, nel 1731, la facoltà di istituire la Via Crucis anche nelle altre chiese mantenendo il privilegio della sua istituzione al solo ordine francescano.

Uno dei maggiori ideatori e propagatori della Via Crucis fu San Leonardo da Porto Maurizio, frate minore francescano che ne creò personalmente alcune centinaia. Al fine di limitare la diffusione incontrollata di tale pratica devozionale, Benedetto XIV ricorse poco dopo ai ripari stabilendo, nel 1741, che non vi potesse essere più di una Via Crucis per parrocchia.

La collocazione delle stazioni all'interno della chiesa doveva rispondere a norme di simmetria ed equidistanza: il corretto espletamento delle pratiche devozionali consentiva di acquisire le stesse indulgenze concesse visitando tutti i Luoghi Santi di Gerusalemme.

Oggi tutte le chiese cattoliche dispongono di una "via dolorosa", o almeno di una sequenza murale interna. Il numero e nomi delle stazioni cambiarono radicalmente in diverse occasioni nella storia della devozione, sebbene l'elenco corrente di quattordici stazioni ora sia quasi universalmente accettato.

L'ordine lungo le pareti non segue una regola precisa, può infatti essere indifferentemente orario o antiorario. Secondo un documento della diocesi di Nanterre "l'ordine più diffuso è quello antiorario, ma non c'è una regola generale".

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