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Politica | 07 giugno 2018, 14:51

Elezioni comunali: Potere al Popolo sul caso Agnesi. "Tra poco per gli operai di Imperia finiranno gli ammortizzatori sociali"

Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, a cui hanno preso parte due ex operai, si è fatto il punto della situazione su Agnesi a poche settimane dalla cessazione degli ammortizzatori sociali, che termineranno a breve

Elezioni comunali: Potere al Popolo sul caso Agnesi. "Tra poco per gli operai di Imperia finiranno gli ammortizzatori sociali"

Potere al Popolo torna sulla vicenda Agnesi dopo la notizia di questi giorni relativa alla crisi dello stabilimento di Fossano, dove un anno e mezzo fa si era concentrata la produzione a seguito della chiusura della fabbrica di Imperia. Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, a cui hanno preso parte due ex operai, si è fatto il punto della situazione su Agnesi a poche settimane dalla cessazione degli ammortizzatori sociali, che termineranno a breve.

“Si parla di 70 lavoratori persi, ai quali a giugno scadranno gli ammortizzatori sociali. – ha spiegato Renato Donati, candidato di Pap alle comunali di domenica - Noi pensiamo sia giusto difendere gli interessi di un singolo lavoratore, a maggior ragione quando si tratta di 70 famiglie a cui si aggiunge l’indotto che c’è dietro. Potere al Popolo mette come primo punto del suo programma la difesa dei lavoratori. È notizia di ieri quella dei 117 esuberi a Fossano. Colussi è una parte del problema, il problema è anche la controparte, l’amministrazione, ovvero tutte le passate amministrazioni che non hanno fatto nulla per risolvere la questione Agnesi, e soprattutto anche l’ultima, l’amministrazione Pd-Capacci che ha cambiato semplicemente nome. Al posto di Capacci hanno messo Abbo, una figura diversa, ma la linea politica e le forze politiche che lo sostengono sono le stesse. Un’amministrazione che in maniera piratesca se ne è lavata le mani, non ha fatto nulla per i lavoratori Agnesi”.


“Sul pastificio Agnesi – ha spiegato una militante - è stato celebrato un triste funerale. Io ho rilevato dai temi della campagna elettorale, che il problema del lavoro, e conseguentemente dell’Agnesi, evocato qui e là, non è mai stato posto al centro della vera discussione, perché qua bisogna discutere Imperia di che cosa vivrà, e per noi deve vivere di turismo, di attività produttive, come quelle del distretto agroalimentare, deve vivere del porto commerciale. Con quella fabbrica è morto un pezzo che è dentro la coscienza, la storia e la vita degli operai

Presenta anche Alberto Gabrielli, pure lui candidato, che ha fatto un excursus sulla storia di Agnesi, partendo dal 1987, anno in cui la fabbrica passò a Danone “Come si compravano una volta i servi della gleba. Questo fa parte di un modo di vedere l’economia che è folle, esattamente come si comprava il terreno di cui facevano parte i contadini”. Gabrielli ha ricordato i vari passaggi che hanno portato alla vendita di una parte dello stabilimento, nel 1995, alla Paribas, nel 1999 il passaggio a Colussi e ad altre due società, di cui una, Euro Mobiliare, ricorda Gabrielli “guarda caso si occupa prevalentemente di speculazioni immobiliari. Il 13 dicembre 2016, l’ultimo pacco, ‘fusilli n.102’ esce dalla fabbrica Agnesi”.

Gabrielli ha parlato poi della vicenda “Porta del Mare”, che prevede la realizzazione di unità immobiliari da parte di Colussi. “Se io compro una fabbrica, la compro perché devo produrre quello che quella fabbrica produce. Non siamo così ingenui da non capire che c’erano i secondi fini. Questo modo di procedere è assolutamente intollerabile, per questo noi di Potere al Popolo in Comune di Imperia, chiederemo l’assoluto, rigoroso rispetto del vincolo di destinazione d’uso industriale, perché questa è la sua storia, e chi l’ha comprata, l’ha comprata per fare attività produttiva dell’agroalimentare”.

Il candidato annuncia battaglia anche sull’idea di fare dello stabilimento un museo e sull’eventuale cambio del piano regolatore, propedeutico a mutare la destinazione d’uso. “Ci opporremo rigorosamente. Si può fare un’attività, in cui all’interno dell’attività produttiva si inserisce, anche come marketing, un museo che sottolinea la qualità. Diverso è farne un museo”.

Presente questa mattina anche Mauro Manuello di “Cittadinanza Attiva”. “Che difese può avere una città come questa? – ha detto - E’ chiaro che tutte le forze politiche, la prossima amministrazione si deve impegnare pubblicamente davanti a tutti. L’unica arma che abbiamo è il piano regolatore. Sarà una guerra terribile con la Colussi, perché loro puntano a un altro tipo di speculazione. Questi non sono investimenti produttivi, ma speculativi, perché ce lo immaginiamo in questa zona un residence alla Montecarlo? Questo è il gioco, allora l’unica arma della città e il vincolo, e poi apriamo una vertenza, tutta la città apre una vertenza”.

Gli operai, Lina e Fabio, hanno spiegato la situazione attuale a livello di ricollocamento, che, come hanno denunciato, non c’è stato a fronte di un accordo siglato da lavoratori, azienda e sindacati.

“Avevano detto che saremmo stati ricollocati, chi al Plin, chi alla Clas, invece no. Al Plin ce ne sono due su un documento firmato che prevedeva cinque persone, due o tre persone su sei o sette previste alla Clas, il museo che doveva aprire nell’arco di un anno lo stiamo ancora aspettando. Questo tutto siglato dai sindacati”.

“Io ho 65 anni, - continua Lina - non potevo essere ricollocata da nessuna parte – continua Lina – ma i miei colleghi giovani sono a spasso. Quando li incontro mi viene un pugno nello stomaco, perché non trovano niente, a Imperia non c’è niente, Imperia è morta, però le promesse che ci hanno fatto sono andate in fumo, ci hanno solo preso per il c…. a tutti quanti. A tutti!”.

Su Fossano “So che domani fanno sciopero, vogliono chiudere le linee delle fette biscottate, portarle a Petrignano. Nelle due linee ci lavorano 117 donne, 117 famiglie allo sbando. Adesso come adesso ci sono 50 che lavorano alla pasta, ma non possono tenere un pastificio aperto per 50 persone, quindi probabilmente verrà chiuso”.

Francesco Li Noce

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