Claudio Scajola, 34 anni, diventa il sindaco più giovane d'Italia di un capoluogo di provincia (primato che manterrà sino al 2023, battuto dal primo cittadino di Vicenza, Giacomo Possamai, trentatreenne). Candidato alle elezioni amministrative del 1980 nella liste Dc, prende il testimone dal dimissionario Renato Pilade, anch'egli democristiano, travolto da uno scandalo familiare relativo a un concorso pubblico.
Sarà il terzo membro della famiglia a ricoprire il ruolo di sindaco di Imperia in meno di 30 anni: prima di lui il padre Ferdinando ('51-54) e il fratello Alessandro ('74-75 e '77-79), entrambi iscritti alla Dc. Scajola è stato eletto con i voti della coalizione di maggioranza (Dc, psi, Psdi, Pri e Pli): ha ottenuto 23 preferenze, mentre, al candidato della minoranza, il comunista Silvano Corrado, ne sono andate 11. La giunta sarà composta da Giovanni Barbagallo, Carlo Cagnone e Gerolamo Saglietto (Psi); Sergio De Nicola e Giuseppe Vassallo (Dc); Enzio Ranise (Psdi). Gli assessori supplenti saranno Vittorio Adolfo e Ino Tommaso Barla (Dc). Barbagallo sarà riconfermato vice sindaco. A sostituire Scajola alla presidenza dell'Usl Imperiese, andrà probabilmente Ivo De Michelis, della Dc. Giovanni Zingaro, l'assessore democristiano "destituito" per far posto al socialista Cagnone riceverà in cambio un incarico all'interno del consiglio d'amministrazione dell'Usl.
Claudio Scajola andrà così a sedersi sulla stessa poltrona già occupata dal papà, originario di Frascati, arrivato a Imperia con la famiglia a metà degli anni Trenta, vincitore di un concorso per dirigenti Inps.
"Sono nato a Imperia, qui riposano i miei morti. Ho la passione per l'attività politica, e del cognome che porto non mi vergogno affatto, anzi ne sono fiero: ho sempre seguito l'esempio e l'insegnamento del babbo, e spero che un giorno i miei due figli facciano altrettanto", ha raccontato ai giornalisti, fresco di nomina. "Soltanto perché mi chiamo Scajola non dovrei più assumere impegni pubblici? Non scherziamo. I consiglieri comunali e gli abitanti di Imperia sono liberi di scegliere e di valutare se essi devono proseguire o devono cessare. A diventare sindaco aspiravo, certamente. Non sono ipocrita a negarlo. Ma, attualmente, non era mia ambizione. Perché? Ritenevo fosse prematuro. Me lo ha chiesto il partito e mi sono riservato di valutare la situazione, poi ho accettato".
Il suo curriculum politico-amministrativo è già polposo: membro della direzione provinciale della Dc dal '66, segretario provinciale nel biennio '80-'81, presidente dell'ospedale regionale di Costarainera, presidente dell'Unità sanitaria locale di Imperia, consigliere provinciale dal '78 all'82, capogruppo consiliare in Comune a Imperia.
Il programma è condensato in queste parole: "Posso garantire il mio impegno costante per la soluzione dei problemi della città. Nessuna promessa faraonica, dunque, ma soltanto l'assicurazione di fare quel poco che si può in una situazione economica difficile, con scadenze ancora più scottanti, alla luce della legge finanziaria che il Parlamento sta approvando". Scajola, come anticipato, lascerà la presidenza dell'Usl. "Non c'è incompatibilità ma sarebbe troppo pesante combattere su due fronti - puntualizza - il nuovo incarico a cui sono stato chiamato ridurrà ancor più i momenti a disposizione per la vita privata: li occupavo con i miei bambini, oppure coltivando l'orto e giocando a bocce. Ma cercherò comunque di conciliare gli impegni pubblici con i doveri familiari".














