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Accadde Oggi | 05 luglio 2025, 07:00

5 LUGLIO 1987. "Troppi dossi in città". J'accuse delle pubbliche assistenze contro l'amministrazione comunale

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5 LUGLIO 1987. "Troppi dossi in città". J'accuse delle pubbliche assistenze contro l'amministrazione comunale

Troppi dossi artificiali sulle strade cittadine e, per giunta, anche pericolosi. Scoppia la polemica, a Imperia, per l'intervento deciso dal Comune di posizionare i dossi per rallentare la velocità di auto e moto in centro. Ma il consigliere delegato alla viabilità, Armando Fontana, non si fa intimorire dalle proteste e, anzi, promette nuovi dossi.
Tra chi protesta con maggiore veemenza ci sono le pubbliche assistenze. Croce Bianca e Croce Rossa lamentano i disagi e i rischi che corrono i rispettivi equipaggi quando si tratta di trasportare feriti gravi o pazienti con problemi ortopedici.

"L'altro giorno - raccontano alcuni militi della Croce Bianca - alla Spiaggia d'Oro di Borgo Marina una ragazza si è sentita male. Siamo accorsi con l'autolettiga ma abbiamo dovuto rallentare fortemente il nostro intervento per la presenza dei dossi artificiali, troppi ed eccessivamente alti) che il Comune ha collocato in via Scarincio. Non era un caso grave ma se lo fosse stato, avremmo potuto incontrare serie difficoltà nel portare un soccorso tempestivo ed efficace".

Da quando sono stati installati per costringere i veicoli a procedere a velocità ridottissime, praticamente a passo d'uomo, nelle zone più turistiche della città, i cordoni trasversali d'asfalto dipinti di giallo sono aspramente contestati dagli automobilisti. Al momento sono 10 a Borgo Marina e 13 in lungomare Colombo, a Borgo Prino. A lamentarsi, come si è visto, sono in particolare le pubbliche assistenze. 

"Risulta impossibile, a queste condizioni, compiere operazioni di pronto soccorso sul malato durante il trasporto all'ospedale - conferma Pietro Naso della Croce Bianca - come si può fare un massaggio cardiaco? L'equilibro è già precario sulle strade normali". Grossi pericoli anche per i politraumatizzati: un paziente, che si era fratturato una gamba in casa, nell'attraversamento dei dossi, per quanta attenzione abbia fatto l'autista, ha avuto un paio di sobbalzi brutali. "Con provvedimenti del genere non si agevolano né i soccorsi né il turismo - aggiunge Achille Foresi della Croce Rossa - molte strade sono dissestate e piene di buche. Via Scamicio e lungomare Colombo erano fra le poche che avevano un fondo scorrevole,  ora non lo hanno più, proprio a causa dell'intervento comunale". 

Aver scoraggiato l'attraversamento di Borgo Marina, tra l'altro, ha provocato un aumento di traffico su corso Garibaldi. A Borgo Prino non ci sono invece alternative: l'autolettiga deve scavalcare i dossi all'andata e al ritorno con il ferito o il malato a bordo per non rischiare di essere bloccata al passaggio a livello sulla via Aurelia. Al posto dei dossi, sostengono dalle pubbliche assistenze, basterebbe una presenza più assidua dei vigili urbani per far rispettare il divieto di velocità. 

Domenico Michetti, portavoce dell'Associazione Amici di Borgo Marina, fa chiarezza. "Se doveva essere un esperimento perché non hanno fatto dossi più piccoli o di gomma? Sarebbe stato sufficiente ripetere le esperienze delle estati precedenti e posizionare le fioriere più in mezzo alla strada, in modo da far transitare i veicoli in una specie di corridoio", conclude Michetti

Ma che ne pensa il consigliere delegato alla viabilità? "I dossi avrebbero dovuto avere dimensioni più limitate e mi sto adoperando perché presto,  forse già tra una settimana, vengano abbassati. I tre successivamente aggiunti all'altezza di piazza Giribaldi e Deri sono stati richiesti dalla Capitaneria di Porto. Proteste, nella borgata, non ne abbiamo sinora rilevate. E poi, anche lungomare Vespucci è molto ondulato a livello di asfalto, eppure i militi delle pubbliche assistenze mai hanno protestato. L'esperimento proseguirà comunque: è probabile che si facciano altri dossi a Borgo Cappuccini, lì c'è stata una raccolta di firme da parte degli abitanti del quartiere, preoccupati per la velocità eccessiva dei vicoli che scendono dal ponte".

Giorgio Bracco

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