La pista ciclabile, fiore all’occhiello della Riviera dei Fiori, continua ad attrarre turisti e residenti, specie ora che il tratto cittadino è, finalmente, tutto percorribile. Eppure, dietro l’immagine da cartolina, si nasconde una realtà ben più preoccupante: alcuni tratti, in particolare all’interno della galleria ‘Prino’, versano già in condizioni critiche e necessitano di urgente manutenzione.
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A due mesi dall’apertura, le pareti del tunnel in questione mostrano evidenti segni di degrado. Infiltrazioni d’acqua, muffe diffuse, e perfino, la formazione di stalagmiti calcaree stanno compromettendo non solo l’estetica e la struttura della galleria, ma anche la salubrità dell’ambiente attraversato quotidianamente da pedoni e ciclisti. L’odore che si respira è un mix sgradevole di muffa e ferro – quello delle vecchie rotaie, del freno a disco dei treni, più che quello di una moderna via verde per la mobilità dolce.
Alcuni tentativi di contenere i danni sono stati messi in atto – interventi rapidi, più simili a ‘tappulli' che a lavori strutturali degni di una pista frequentata da famiglie, sportivi e bambini. I risultati? Scarsi. L’umidità è ancora ovunque, le infiltrazioni persistono e nulla lascia presagire un miglioramento senza un intervento radicale.
Non è la prima volta che si solleva il problema. La Voce aveva già denunciato le condizioni della galleria sotto via Martiri, anche lì segnata da infiltrazioni ignificative, una vera e propria pioggia, nonostante le piogge fossero cessate da ore. Ma oggi, il contesto è ancora più preoccupante: ci troviamo in un periodo siccitoso e le perdite non sembrano diminuire. Se questo è lo stato delle cose in assenza di pioggia, cosa accadrà quando torneranno le precipitazioni autunnali?
L’impressione diffusa – e motivata – è che, senza un intervento tempestivo e risolutivo, alcune gallerie potrebbero diventare inagibili in tempi brevi. Con il rischio non solo di un danno all’immagine turistica di Imperia , ma anche di un danno alla salute e alla sicurezza dei cittadini.
È il momento che chi di dovere intervenga, ma studiando e non con soluzioni provvisorie o rattoppi, ma con opere strutturali capaci di garantire a lungo termine la fruibilità e la sicurezza di un’infrastruttura che, ad oggi, rischia di trasformarsi da simbolo di rinascita a monumento al degrado.