/ Cronaca

Cronaca | 28 maggio 2025, 07:11

Incidente mortale a Porto Maurizio, Gagliano: “Anche la stanchezza uccide, fermarsi può salvare una vita”

Dopo la tragedia di Marco Di Pietro l’assessore alla Sicurezza propone una campagna di sensibilizzazione incentivando soluzioni come navette e coinvolgendo famiglie e locali notturni

Incidente mortale a Porto Maurizio, Gagliano: “Anche la stanchezza uccide, fermarsi può salvare una vita”

La morte dell'ormeggiatore Marco Di Pietro, avvenuta in seguito a un tragico incidente stradale, domenica mattina all’alba, intorno alle 4, davanti al Museo Navale alla Marina di Porto Maurizio ha scosso profondamente la città. Con lui sulla moto che è si è schiantata contro un’automobile regolarmente posteggiata, viaggiava la fidanzata, rimasta ferita. 

Una tragedia che, al di là del dolore, solleva interrogativi importanti sul tema della sicurezza stradale, soprattutto tra i giovani. A intervenire è l’assessore alla sicurezza Antonio Gagliano, che ha voluto esprimere il proprio cordoglio e condividere una riflessione che va oltre l’episodio specifico. “Come assessore – dichiara – sono tragedie che mi toccano anche personalmente. Ma più di tutto, sono eventi che devono farci riflettere collettivamente. Non possiamo limitarci al cordoglio, dobbiamo trarne insegnamenti”.

L’assessore Gagliano pone l’attenzione su un aspetto spesso trascurato ma pericoloso quanto l’alcol o altre sostanze: la stanchezza alla guida. Un nemico silenzioso, che spesso colpisce giovani reduci da ore in discoteca o nei locali notturni. “Non si tratta solo di aver bevuto – sottolinea l'assessoreci sono ragazzi che sono perfettamente sobri, ma magari troppo stanchi per poter tornare a casa senza rischi. I riflessi si rallentano, la soglia di attenzione si abbassa, e si può perdere il controllo di un veicolo anche in condizioni apparentemente normali”.

Da qui la proposta di avviare, meglio sarebbe a livello nazionale una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza dopo le ore notturne. Un intervento normativo non per limitare la libertà dei giovani, ma per promuovere una nuova consapevolezza: fermarsi, farsi accompagnare, chiedere un passaggio o restare a dormire non è un segno di debolezza, ma di maturità e responsabilità. L’assessore Gagliano suggerisce che lo Stato potrebbe incentivare iniziative come servizi navetta gratuiti o convenzionati, il coinvolgimento delle scuole e l’inserimento del tema nei corsi di educazione stradale e nelle lezioni di guida.

Non è solo una questione individuale. Secondo Gagliano, serve una responsabilità collettiva: delle famiglie, delle istituzioni, dei locali notturni. Anche i genitori possono fare la loro parte, creando un dialogo aperto con i figli e facendo sentire la propria disponibilità in ogni momento. “Far sapere ai propri figli che si è sempre disponibili ad andare a prenderli, che non devono avere paura a chiamare, è un gesto piccolo ma che può fare la differenza tra la vita e la morte”.

La tragedia di Marco Di Pietro non può e non deve restare un fatto isolato. È un dramma che chiede un cambio di mentalità, un’occasione per trasformare il dolore in consapevolezza, affinché altri giovani possano tornare a casa sani e salvi. “Non possiamo restare fermi – ha concluso l’assessore –. Dobbiamo fare in modo che questa sia l’ultima volta”.

Diego David

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium