Per molti studenti che scelgono di trasferirsi nel Regno Unito per motivi di studio, la possibilità di lavorare durante il percorso universitario rappresenta non solo un’opportunità economica, ma anche un modo per integrarsi nella vita locale, migliorare la lingua e acquisire esperienza professionale. Ma come funziona oggi, nel 2025, il rapporto tra studio e lavoro per chi arriva dall’Italia o da altri Paesi europei?
Il quadro normativo attuale impone alcune regole precise, legate in particolare alla tipologia di visto e al tipo di corso frequentato. Per questo motivo, chi valuta un percorso universitario nel Regno Unito dovrebbe informarsi in modo chiaro e affidabile sin dalle prime fasi decisionali le info di LAE per chi vuole studiare in UK possono essere utili in tal senso) così da capire esattamente quali sono i limiti, i diritti e le opportunità reali previste per lo studio-lavoro.
La condizione principale per poter lavorare mentre si studia è essere in possesso di uno Student Visa valido. Questo visto consente agli studenti internazionali di frequentare corsi di laurea, master o dottorati a tempo pieno presso un’università riconosciuta, e – a determinate condizioni – di svolgere attività lavorativa part-time durante i periodi di lezione e full-time durante le vacanze accademiche.
Attualmente, il limite settimanale è di 20 ore di lavoro durante i periodi in cui sono previste le lezioni. Si tratta di un vincolo importante, pensato per garantire che l’attività lavorativa non interferisca con quella accademica. Superare questo limite non è solo scorretto sul piano formale, ma può comportare gravi conseguenze sul piano legale, fino alla revoca del visto.
Durante le pause accademiche ufficiali, come le vacanze natalizie, pasquali o estive, gli studenti possono invece lavorare a tempo pieno, secondo le regole del contratto stipulato con il datore di lavoro. Tuttavia, è fondamentale tenere presente che non tutti i corsi universitari prevedono pause lunghe, e che le tempistiche possono variare da un ateneo all’altro.
Un’altra distinzione importante riguarda il tipo di impiego ammesso. Lo Student Visa consente di svolgere lavori regolari in settori come ristorazione, retail, amministrazione, servizi alla persona, ma non autorizza attività come lavoro autonomo, libera professione o assunzioni come sportivi professionisti o intrattenitori. Anche le esperienze di stage e tirocinio sono regolamentate: se fanno parte del programma universitario e sono obbligatorie, non rientrano nel limite delle 20 ore settimanali.
Dal punto di vista pratico, lavorare mentre si studia comporta vantaggi evidenti. Molti studenti apprezzano la possibilità di integrare il budget mensile, coprendo parte delle spese per alloggio, trasporti o materiali didattici. Ma il lavoro è anche un mezzo per entrare in contatto con la realtà britannica, migliorare l’inglese parlato, familiarizzare con la cultura lavorativa locale e costruire relazioni utili per il futuro.
Tuttavia, non va sottovalutato l’impegno che richiede. Conciliare orari di lezione, studio individuale, scadenze accademiche e turni lavorativi richiede una notevole capacità organizzativa. Chi affronta questa sfida con superficialità rischia di compromettere il rendimento accademico, con effetti negativi anche sul rinnovo del visto e sull’ottenimento del titolo di studio.
Le università britanniche offrono spesso supporto nella ricerca di un lavoro part-time: esistono job board interni, servizi di career guidance e incontri con aziende locali. Alcuni campus dispongono di bar, librerie o servizi che assumono direttamente studenti, offrendo condizioni flessibili pensate per agevolare la conciliazione con lo studio. È quindi utile esplorare prima le opportunità interne all’università, dove l’ambiente è più regolamentato e i datori di lavoro conoscono già i limiti legati al visto.
Anche il salario minimo legale è regolamentato in base all’età e varia annualmente. Nel 2025, per uno studente tra i 18 e i 20 anni, la paga oraria minima è inferiore rispetto a quella prevista per chi ha più di 21 anni. Molti datori di lavoro applicano lo standard nazionale, ma non è raro trovare offerte più vantaggiose in settori dove la domanda è alta.
Dopo la laurea, il Graduate Visa consente di rimanere nel Regno Unito fino a due anni per cercare un impiego (tre anni per chi ha conseguito un dottorato). Questo rappresenta un ponte concreto verso il mondo del lavoro a tempo pieno, senza più le restrizioni imposte durante gli studi. Anche in questo caso, tuttavia, è necessario rispettare i criteri di eleggibilità e presentare la domanda entro i termini previsti.
In sintesi, studiare e lavorare nel Regno Unito è possibile, ma richiede attenzione, equilibrio e rispetto delle regole. Il sistema britannico premia chi dimostra autonomia e capacità di gestione, ma non tollera leggerezze sul piano amministrativo. Conoscere i propri diritti e limiti, pianificare il proprio tempo e chiedere supporto quando necessario sono le basi per vivere un’esperienza positiva e ben gestita.
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