La nuova pista ciclabile, recentemente inaugurata per promuovere si sta trasformando in un autentico 'campo di battaglia' politico, a causa di una questione tanto semplice quanto fondamentale: l'assenza di servizi igienici lungo il tracciato.
A scatenare la polemica è stato una interrogazione del consigliere comunale del Partito Democratico Ivan Bracco che ha sollevato il problema con un’interrogazione indirizzata all'assessora ai Lavori Pubblici, Ester D’Agostino. La risposta dell’assessora, tuttavia, non ha placato le acque. “Lungo la nuova pista ciclopedonale non è attualmente prevista la costruzione di servizi igienici in quanto gli stessi troveranno sede presso alcuni fabbricati lungo il tracciato, in via di acquisizione da parte di questa Amministrazione”, ha spiegato D’Agostino, cercando di minimizzare la questione.
Secondo Bracco la mancanza di servizi igienici lungo il percorso compromette la qualità dell’esperienza per ciclisti e pedoni. “È una vergogna. Non costa nulla installare almeno tre bagni chimici a pagamento, magari a 50 centesimi l’uso, per garantire un minimo di decenza lungo la pista. Sta diventando una latrina, In alcuni punti si avvertono già odori strani, ed è solo l'inizio,” commenta l'esponente del PD, visibilmente infastidito dall'inerzia dell’amministrazione.
Nel frattempo, il Comune si difende, sottolineando che i servizi igienici saranno previsti una volta completata l’acquisizione di alcuni fabbricati, come ad esempio l'ex stazione di Porto Maurizio, lungo il percorso. Ma la domanda che in molti si pongono è: quanto tempo dovranno aspettare i cittadini prima che la pista ciclabile diventi anche 'igienicamente' fruibile?