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Attualità | 28 aprile 2025, 12:25

Parco eolico Monte Chiappa, l'ATTAC: "Contrai al progetto, è un'aggressione al paesaggio imperiese"

L'associazione invia le proprie osservazioni a Regione Liguria

Parco eolico Monte Chiappa, l'ATTAC: "Contrai al progetto, è un'aggressione al paesaggio imperiese"

"L’eolico continua a rappresentare un’aggressione al paesaggio imperiese, peraltro un territorio poco ventoso e con scarse attitudini allo sfruttamento di questa fonte rinnovabile", così ATTAC Imperia in merito al progetto del parco eolico Monte Chiappa. L'associazione ha inviato un’osservazione per la Valutazione di Impatto Ambientale a Regione Liguria, esprimendo una netta contrarietà al progetto.

"Prevedere la realizzazione di un impianto, con pale fino a 180 mt d’altezza nell’area panoramica del Golfo Dianese e a ridosso dell’abitato di Cervo, borgo medievale di pregio inserito nel prestigioso club dei Borghi più belli d’Italia, stride in maniera evidente e preoccupante con i principi della nostra Carta Costituzionale, per la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico. Qualunque sia la prospettiva d’osservazione, dalla terra o dal mare, la veduta della chiesa dei Corallini di Cervo, considerato uno dei maggiori monumenti in stile barocco del Ponente, viene significativamente compromessa. Più complessivamente, viene sfigurata l’intera area del crinale, dal Pizzo d’Evigno a Capo Mimosa, che presenta una natura intatta, ben conservata e priva di industrializzazione, oltre ad offrire habitat naturali ad ecosistemi floro-faunistici molto particolari".

Anche l’aspetto economico e sociale subirebbe effetti negativi: "L’attività turistica costiera, oggi saggiamente integrata con l’outdoor e proposte naturalistiche che hanno valorizzato l’entroterra e la destagionalizzazione dell’offerta, viene fortemente compromessa da un impianto che può avere ricadute incerte. Viene il dubbio che anche in questo progetto, sebbene in scala minore, grazie ad una politica energetica priva di pianificazione e alla mercificazione dell’energia, possano prevale gli interessi di profitto ad un reale contributo alla transizione energetica".

Conclude ATTAC: "La conversione alle fonti rinnovabili è e sarà essenziale per contrastare i danni al clima del petrolio e del metano, ma deve essere condivisa con chi in quel luogo vive e in armonia con il territorio su cui insiste. Le soluzioni percorribili alternative ci sono. L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha stimato, per l’installazione di impianti fotovoltaici, una superficie più che sufficiente a soddisfare le previsioni 2030 del Piano nazionale per l’energia, utilizzando aree già asfaltate o costruite, purché svincolate paesaggisticamente, regione per regione senza produrre nuovo consumo di suolo e danni all’ambiente".

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