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Attualità | 20 febbraio 2025, 07:12

A Imperia si inaugura il centro per uomini autori di violenza

Lo spazio gestito dall'associazione Whitedove Ponente in via don Abbo

A Imperia si inaugura il centro per uomini autori di violenza

Un centro per le buone relazioni”, a Imperia si inaugura uno spazio dedicato alla prevenzione e al trattamento della violenza fisica e psicologica sulle donne. Il Cuav, il centro uomini autori di violenza, è attivo in via don Abbo 16 a Oneglia, da ottobre del 2024 ed è gestito dall’associazione WhiteDove Ponente.

Ci occupiamo di creare relazioni sane, funzionali e autentiche”, spiega Maria Sepe, psicologa e referente imperiese dell’associazione. Gli uomini si possono avvicinare al centro volontariamente oppure a seguito di un provvedimento giudiziario. Con le ultime normative, a cominciare dal Codice Rosso, si prevedono agevolazioni, come sconti di pena o la sospensione condizionale della pena, per coloro che intraprendono un percorso di recupero. A Imperia il centro ha in carico una ventina di uomini: “L’auspicio è che accedano spontaneamente, che abbiano raggiunto un minimo di consapevolezza rispetto agli agiti nei contesti famigliari o affettivi. Finora questo non è accaduto, che si rivolge a noi lo fa perché è obbligato”.

Nonostante il principale canale di accesso al percorso di responsabilizzazione sia quello processuale, l’attività incide positivamente: “Dalle ricerche condotte dal Cam di Firenze, il centro uomini maltrattanti, è emerso che il tasso di recidiva si riduce drasticamente, dell’80- 90 per cento, quando gli uomini accettano di svolgere un percorso di cambiamento”, sottolinea Sepe

Il programma inizia con un contatto telefonico da parte dell’uomo e continua con cinque incontri individuali conoscitivi e poi con un'attività di gruppo: “Si tratta di percorsi psicoeducativi volti al cambiamento, che hanno l’obiettivo di scardinare stereotipi di carattere culturale”. E considerata la matrice culturale della violenza diventa indispensabile affiancare interventi di prevenzione, partendo dalle scuole: "Serve praticare un’educazione alla sessualità e all’affettività, per proporre modelli in cui non esistono dinamiche di potere o relazioni fortemente sbilanciate”, conclude Sepe

Sara Balestra

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