Un’ora di latino dalla seconda media. Canti corali fin dalla prima elementare. Niente più geostoria, ma un racconto del passato senza ideologie. La riforma proposta dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara scuote il sistema scolastico italiano. Un ritorno alle radici o un passo indietro?
A Imperia, tra i banchi delle scuole medie, la professoressa Rebecca Vescovi osserva il dibattito con occhio critico ma speranzoso. “Ci sono idee interessanti, ma bisogna fare attenzione a come verranno realizzate”, spiega. Valditara lo chiama “patrimonio da riscoprire”. Il latino, con un’ora settimanale, potrebbe tornare a far parte del curriculum scolastico. Non obbligatorio, ma a scelta.
La professoressa approva: "Il latino è molto più di una lingua. È un ponte verso il nostro passato e un allenamento per la mente. Comprendere la relazione tra italiano e latino aiuta a sviluppare il pensiero logico. E poi ci sono i monumenti: chi conosce il latino li guarda con occhi diversi". Imperia, con i suoi tesori come il Duomo di Porto Maurizio, potrebbe trarre beneficio da studenti più consapevoli anche del valore del patrimonio locale. Canto, musica e creatività. Dalla prima elementare, i bambini saranno avvicinati alla musica in modo più strutturato. Il ministro ha coinvolto esperti come il violinista Uto Ughi per ideare un progetto che valorizzi la cultura musicale italiana.
“Assolutamente d’accordo”, dice. "La musica sviluppa immaginazione e creatività. È una forma d’arte che ci rappresenta. Siamo il Paese dell’opera, ora patrimonio UNESCO. Iniziare da piccoli è un’idea meravigliosa, ma servono insegnanti qualificati e laboratori che rendano tutto accessibile, anche attraverso il gioco".
Secondo la professoressa Vescovi, la musica non dovrebbe limitarsi ai tre anni delle medie. Sarebbe un’opportunità persa. La riforma prevede anche l’eliminazione della geostoria. Al suo posto, un percorso narrativo più focalizzato sulle radici occidentali, dal mondo greco-romano al Risorgimento, fino alla storia europea del dopoguerra. "Siamo cittadini del mondo. Approfondire la nostra storia va bene, ma non possiamo ignorare il resto. La geografia, per esempio, è un punto debole. Non conoscere il mondo che ci circonda ci rende più poveri".
L’insegnante propone di integrare il programma con tematiche di attualità, per rendere la storia più concreta e meno distante. Fra le novità più discusse c’è l’obbligo di imparare poesie a memoria. Una pratica che molti considerano sorpassata: "Con l’intelligenza artificiale possiamo trovare qualsiasi cosa in pochi secondi. Ma imparare a memoria non serve solo per ricordare: aiuta a interiorizzare pensieri e valori. Fa parte del nostro essere umani", termina.
Iniziare con filastrocche e scioglilingua, per poi passare a poesie più complesse, può avvicinare i ragazzi alla bellezza della letteratura. La riforma Valditara, con il suo mix di tradizione e innovazione, sembra destinata a lasciare un segno. Ma Imperia, come il resto del Paese, aspetta risposte concrete. Tra le ambizioni del ministro e le realtà delle aule, il futuro della scuola si gioca nei dettagli. E nei fatti.