Da una recente statistica ISTAT emerge che sei liguri su dieci non aprono un libro. Una tendenza preoccupante che non riguarda solo la Liguria, ma che sembra essere un fenomeno nazionale, se non addirittura mondiale. A riflettere su questa realtà è Rodolfo Rotondo, scrittore di gialli che ambienta le sue storie tra Imperia e il ponente savonese, in particolare ad Andora dove vive. Per lui, il problema non è solo legato alla mancanza di tempo o interesse, ma anche alla difficoltà di avvicinare le nuove generazioni al piacere della lettura. Eppure, secondo Rotondo, esistono delle soluzioni.
"Penso che sia una tendenza che travalica i confini locali, è qualcosa che si sta verificando in tutto il Paese", afferma lo scrittore. "Occorre trovare il modo di avvicinare i giovani al libro, magari con proposte più stimolanti, che rispecchino meglio i loro interessi e siano più vicine alla loro realtà. La lettura non deve essere un obbligo, ma un piacere. E per questo occorre diversificare l'offerta".
Rodolfo Rotondo racconta di come, nella sua esperienza, ci siano lettori "onnivori", appassionati che non smettono mai di leggere, e altri che, una volta finito il percorso scolastico, smettono di sfogliare pagine. "Sono questi ultimi che dobbiamo cercare di recuperare", aggiunge. "Non è facile, perché ogni persona è diversa, e ognuno deve trovare il tipo di lettura che più gli si addice. Io stesso mi considero un lettore pigro, non leggo in continuazione, ma se mi imponessi di leggere un classico come 'I Promessi sposi' senza aver toccato un libro per dieci anni, è ovvio che mi annoierei. Non è il tipo di lettura che ti stimola, e la lettura deve essere qualcosa che coinvolge, non che si subisce".
E il giallo locale potrebbe essere una strada per risvegliare l'interesse? "Assolutamente sì", risponde con entusiasmo. "Il giallo ambientato nel nostro territorio è una forma di lettura che può attrarre un ampio pubblico. Il fatto che la storia si svolga in un mondo riconoscibile, in luoghi che puoi visitare e toccare con mano, aumenta l'immedesimazione del lettore. È un modo per far sentire chi legge parte di quella storia. E poi, non dimentichiamo che il giallo locale può anche dare una mano all'economia, promuovendo le piccole case editrici e i prodotti locali".
Per Rotondo, quindi, il giallo è non solo un genere letterario coinvolgente, ma anche un'opportunità per riscoprire il legame con il territorio e, allo stesso tempo, una possibile chiave per riavvicinare alla lettura chi l'ha abbandonata. "In fondo", conclude lo scrittore, "la lettura deve essere un piacere, e come tale deve essere vissuta. Forse il segreto è proprio trovare quella lettura che parli al cuore di ciascuno."
Rodolfo Rotondo è il "papà" letterario di Romeo Robutti, uno smemorato perito delle assicurazioni imperiese, liquidatore per la precisione, che attraversa situazioni e problemi molto diversi: pratiche lavorative al limite dell’assurdo, uno dei figli in piena crisi adolescenziale, l’anniversario di matrimonio che si avvicina, controlli medici rimandati da troppo tempo… Li affronta con il suo modo di fare originale, ironico e aiutato dal suo giovane praticante. Parallelamente alla sua quotidianità, l’ombra di un evento molto grave prende forma accanto a lui. Incontri fortuiti e la collaborazione con un vicecommissario ossessionato dalle fiction poliziesche lo porteranno proprio al centro di un giallo che si snoda tra le strade di Imperia, la sua città, e l’intero Ponente ligure.
Le copertine dei libri di Rotondo che pubblica anche le sue storie gialle a puntate estive su la Voce