E' allarme lupi a Prelà. L'avviso del vicesindaco: "Non si può continuare così, servono interventi radicali”

Una lotta senza confini né pause. Una guerra difficile da vincere, gli allevatori ne sono diretti protagonisti. “L’altro giorno eravamo al pascolo con le pecore a monte della frazione di Tavole, frazione di Tavole – racconta Eliano Brizio, allevatore e vicesindaco di Prelà, alta Val Prino - Sono arrivati quattro lupi con evidenti intenzioni ma tre dei nostri cinque maremmani di guardia li hanno rincorsi e costretti alla fuga”.

L’ultimo episodio in ordine di tempo di una storia che, purtroppo, ha tanti, troppi capitoli. “Soltanto pochi giorni fa – prosegue Brizio – nei pressi di Villatalla, frazione di Pantasina, i lupi hanno sbranato una mucca di 400 chili. Adesso non si può continuare così, servono interventi radicali”.

Non bastano cani di guardia che non tollerano “alieni” vicini alle bestie che proteggono. “I maremmani sono assolutamente utili e sono obbligatori e indispensabili per questo compito ma non sono sufficienti – ammette – ma sono cani con un forte senso del proprio territorio che possono rappresentare un pericolo per i turisti e per chi ama la montagna e ha la disavventura di incontrarli mentre difendono il loro gregge, fanno paura”.

Allora, per quegli interventi radicali, Brizio intende soluzioni che non lasciano dubbi. “Inutile discutere di censimenti, catture e trasferimenti come suggerito da più parti,  – spiega – ozioso dare fiducia alle vecchie storie che negavano attacchi dei lupi di notte, con la nebbia o altre favole del genere: servono soluzione definitive che prevedano un censimento realistico e dopo i conseguenti e obbligatori abbattimenti che riportino la quantità di quelle bestie a numeri ragionevoli, comunque in equilibrio tra le risorse del territorio e la loro natura”.