25 aprile, rappresaglie dimenticate a Pontedassio. Gandolfo: "Nemmeno una coccarda tricolore da parte del Comune"

"Nel corso dell’occupazione nazista, come molte altre comunità, anche Pontedassio subì la violenza della rappresaglia contro persone innocenti e inermi. Un omicidio compiuto per una lite tra due soldati tedeschi ubriachi venne scambiato per un attentato partigiano e scattò la vendetta", lo racconta il consigliere comunale di opposizione di Pontedassio Giuseppe Gandolfo.

Sulle scale del vecchio Municipio di Pontedassio venne ucciso Felice Dani. Egli tentò di resistere ai propri assassini. Alcuni fori dei proiettili di fucile sono ancora visibili nel pavimento. Sono segni inequivocabili del terrore, frutto avvelenato della guerra fascista. Valentino Marvaldi venne condotto nei pressi del cimitero e fucilato. Era il 25 agosto 1944.

In questa festa della Liberazione, nemmeno una coccarda tricolore da parte dell’Amministrazione Comunale, nemmeno una parola per ricordarli. Le lapidi che il Consiglio Comunale pose nel 1946, sono ancora lì, per testimoniare che la comunità di Pontedassio non voleva dimenticare il sangue sugli scalini della scala, gli ultimi passi verso una morte ingiusta. Sulla lapide di Valentino è incisa anche questa frase 'Il suo olocausto indichi al mondo civile la via della pace e della giustizia'. Se ci dimenticheremo di loro, la loro morte, oltre che ingiusta, sarà anche inutile"