Una liberazione. Così è sembrata essere, ieri sera, nei toni oltre che nelle parole, l'uscita dai loro gruppi di appartenenza di Laura Amoretti e di Silvia Mameli, andate a costituire insieme il Gruppo Misto.
In effetti, in questi pochi mesi di consiliatura per le due new entry del parlamentino imperiese, sono subito parse troppo grandi le distanze politiche dalla coppia Verda-Bellotti e, rispettivamente, dal Generale Zarbano.
Questa mossa però, oltre al carattere liberatorio, per la sincronia e le modalità con cui si è svolta, e facile pensare che fosse concordata e che, quindi, sottenda anche un significato politico.
Di certo c'è che le due anime della minoranza, già emerse in questi mesi nei voti in aula, sulle questioni più divisive, saranno da oggi anche plasticamente rappresentate nella piccola assise cittadina.
Da un lato il "misto" Amoretti - Mameli che con la Società Aperta di Lauretti-Savioli sembra ambire a rappresentare le sensibilità più moderate e riflessive, seppur alternative a Scajola. Dall'altra una minoranza più "radicale" che viene spesso identificata come "cane da guardia" attento a tutte le mosse del primo cittadino. Radicale, anche se, per dirla tutta, oggi va da Lucio Sardi di "Sinistra Italiana" a Luciano Zarbano, già candidato, anche se per un tempo volato in un attimo, dei Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni che ancora ieri non hanno perso occasione di ribadire di averlo scaricato.
In mezzo c'è quel PD che a Imperia ha sempre dettato la linea e dato le carte, quantomeno nell'opposizione. Impossibile non notare che le storiche "correnti dem" sono da oggi del tutto fuori dal consiglio comunale del capoluogo.
Verda e Bellotti, infatti, iscrittisi al PD un'attimo prima del voto, provengono da quell''Imperia al centro' di Guido Abbo che per il momento, con vari comunicati, ricorda comunque di essere ancora un soggetto politico in vita.
Parimenti, Laura Amoretti con il distacco, politicamente argomentato, dal gruppo PD, evidenzia voler rafforzare il legame con l'area socialista riformista di "Imperia di Tutti" di Roberto Saluzzo. Un'area dalla quale, con la sua più volte dichiarata "indipendenza", la Amoretti non si è mai voluta distaccare e da cui è indubbio che abbia sempre ricevuto sostegno.
In una minoranza, quindi che, seppur balcanizzata, ha più anime comunque vive, in forte difficoltà è il Partito Democratico. Di fatto privo di un segretario cittadino e di organismi decisionali con un leader provinciale, Cristian Quesada, che ha negli scorsi giorni dato l'ennesimo "contrordine compagni". Infatti, il "reggente", da Vallecrosia, ha messo, questa volta, il cerino in mano su Imperia al giovane Edoardo Verda e rinviato tutto a settembre, tanto c'è tempo.
Infine, c'è, guidato da Ivan Bracco, Imperia Rinasce che, oggi, con tre consiglieri, diventa il gruppo numericamente più consistente della minoranza.
Chissà che nel nuovo corso dettato dalla Schlein non possa essere in un prossimo futuro proprio Bracco l'uomo giusto per dare una nuova prospettiva al PD imperiese?