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Attualità | 16 marzo 2021, 13:02

Lunedì prossimo, sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori di Amazon. A Genova in 300 incrociano le braccia tra corrieri, magazzinieri e dipendenti diretti

Ciaccio di Uiltrasporti: “Amazon non tratta con il sindacato e sfrutta i lavoratori. Il lavoro nobilita l’uomo, non può renderlo schiavo”

Giovanni Ciaccio

Giovanni Ciaccio

Fermarsi per fare pipì diventa un problema, come mangiare un panino a pranzo: a decidere tutto è infatti un algoritmo stabilito da Amazon che sottomette i corrieri e li obbliga a ritmi da vecchia piantagione di cotone. Il prossimo 22 marzo tutti i corrieri che consegnano per Amazon si asterranno dal lavoro, lo sciopero coinvolgerà anche il personale del magazzino e tutti i dipendenti diretti della multinazionale. A Genova a incrociare le braccia saranno circa 300 driver che lavorano per le società Bs Trasporti, L&D S.r.l e Jet Express S.r.l per la filiera Amazon, aziende che raccolgono moltissimi giovani con contratti di lavoro precari imposti da Amazon per tenere i lavoratori in condizioni di grande soggezione. I ritmi imposti sono particolarmente gravosi.

In Liguria, già nel mese di luglio 2020 i sindacati confederali avevano provato a portare al tavolo delle trattative Amazon, per poter coinvolgere il colosso di Seattle nella piattaforma regionale prevista per tutti i corrieri. Accordo al quale BRT – SDA – GLS avevano negoziato e aderito.

“Da subito Amazon ha palesato la sua indisponibilità a trattare con il sindacato, demandando l’eventuale trattativa ad un’associazione datoriale che avrebbe dovuto rappresentare tutti i fornitori di Amazon – spiega Giovanni Ciaccio, coordinatore regionale logistica e trasporto merci Uiltrasporti -. Purtroppo dopo solo due riunioni si è interrotta la trattativa. Eppure, il negoziato è continuato con gli altri colossi delle e-commerce, fino a giungere alla firma del primo accordo storico con i committenti, un protocollo che regolamenta retribuzioni, orari di lavoro e franchigie dei dipendenti dei fornitori”.

Amazon ha cercato in tutti i modi di evitare la trattativa prediligendo quella nazionale, ma in alcune regioni il colosso ha firmato accordi inferiori del 30% , e oltre, il valore economico dell’accordo quadro ligure. Interrotta anche la trattativa nazionale, vista l’arroganza dimostrata da Amazon e dalle associazioni di categoria che la rappresentano, è stato proclamato uno sciopero nazionale.

“A differenza dei corrieri che operano in SDA – DHL – BRT – GLS che, grazie all’accordo quadro sottoscritto, hanno ottenuto una disciplina dell’orario di lavoro, una retribuzione adeguata al lavoro che svolgono e carichi di lavoro regolamentati, i corrieri che operano per Amazon sono gestisti da un algoritmo ideato e gestito dalla multinazionale stessa, con dei carichi di lavoro e tempi che non si possono discutere – spiega Ciaccio - Spesso i lavoratori non sono in grado di riuscire a fermarsi per mangiare un panino e per necessità fisiologiche. Tutto questo non è umano, né civile, né accettabile”.

Inoltre Amazon impone ai lavoratori turni di lavoro sette giorni su sette: domeniche e festivi compresi, con consegne programmate tra le 8,00 del mattino e le 22,00, talvolta mettendo in situazioni imbarazzanti i corrieri che si presentano a casa dei clienti in orari sconvenienti perché decisi da un algoritmo.

Per questi motivi, la Uiltrasporti ritiene che sia arrivato il momento di dire basta: il lavoro nobilita l’uomo, non può renderlo schiavo.

C.S.

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