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San Lorenzo e Valli | 19 dicembre 2019, 11:00

Comuni Ricicloni 2019: Legambiente scatta la fotografia sulla raccolta differenziata, la provincia di Imperia esempio negativo

Tutti i dati sull'andamento della differenziata. Quanti e quali sono i comuni che raggiungono gli obiettivi? Sono solo 6 i Comuni Ricicloni...

Comuni Ricicloni 2019: Legambiente scatta la fotografia sulla raccolta differenziata, la provincia di Imperia esempio negativo

“Caso eclatante, per densità di comuni sotto il 35%, è quello della Provincia di Imperia dove sono trentatré su sessantasei. In questo territorio non sono presenti comuni “rifiuti free” e sono solo sei i “comuni ricicloni”.

Dalle parole di Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria si evince chiaramente che il risultato della provincia di Imperia in termini di raccolta differenziata sia fortemente da rivedere. Il dato significativo è emerso con la pubblicazione del tradizionale report di fine anno sui Comuni Ricicloni liguri.

Il risultato della riviera dei fiori, la porta in penultima posizione su scala regionale. Un risultato negativo ma con qualche margine positivo. Infatti, sulla base dei dati di Legambiente sul 2018, l'imperiese si attesta al 46,2%, con una crescita rispetto al 2017 del 2,6%. Peggio di noi ha fatto soltanto la provincia di Genova ma ad onor del vero va detto che questo territorio tocca anche 841.398 abitanti rispetto ai 214.563 imperiesi. Molto positivo invece il risultato delle altre due province, Savona al secondo posto con il 60% e La Spezia, al primo, con il 69,5% ed un dato di crescita costante per entrambi i territori.

Andiamo a vedere nel dettaglio la fotografia scattata sulla provincia di Imperia. Non c'è neanche un comune nella 'top ten' delle realtà liguri che meglio riciclano, dove al primo posto c'è la piccola Rialto in provincia di Savona con i suoi 564 abitanti ed una percentuale del 90,4% di raccolta differenziata.

Prima di guardare la classifica partiamo con un dato importante. Il testo unico in materia ambientale del 2006 (D. Lgs 152/2006) stabilisce che tutti i Comuni in Italia, entro il 31 dicembre 2012, avrebbero dovuto raggiungere il 65% di raccolta differenziata. A questo si aggiunge il nuovo pacchetto europeo sull’economia circolare che pone, tra gli obiettivi, il riciclo del 65% dei rifiuti urbani entro il 2035 e, alla stessa data, un massimo del 10% di rifiuti che possono essere smaltiti in discarica.

Quindi, Legambiente ha localizzato sul territorio quei comuni che oltre a rientrare nella percentuale di differenziata riescono a raggiungere un rifiuto residuo procapite (l'indifferenziato) molto basso. Stiamo parlando dei Comuni Rifiuti Free e per rientrare nella classifica bisogna avere un procapite di secco residuo inferiore ai 75 kg per abitante all’anno.

In altre parole il meglio del meglio tra i comuni virtuosi sulle tematiche ambientali. Ecco, nella riviera dei fiori non ci sono 'Comuni Rifiuti Free' ma pochi 'Comuni Ricicloni'. Per quest'ultima fattispecie nelle prime tre posizioni troviamo: Bordighera (10.388 abitanti e raccolta al 76,7%, -1,1% sul 2017); Seborga (294 abitanti e raccolta al 76,0%, +0,3% sul 2017) Riva Ligure (2.870 abitanti e raccolta al 73,8%, +31,1% sul 2017). 

Seguiti da: Taggia (13.916 abitanti e raccolta al 69,5%, -0,6% sul 2017 e procapite secco 197,0 kg); Molini di Triora (608 abitanti e raccolta al 68,6%, -2,8% sul 2017 e procapite secco 118,4 kg); Montalto Carpasio (517 abitanti e raccolta 66,8% e procapite secco 118,0 kg – considerando che nel 2017 non c'era stata ancora la fusione ed i comuni avevano dati separati, Carpasio al 36,2% e Montalto Ligure al 72,8%).

Una ulteriore chiave di lettura arriva analizzando il fenomeno per i soli comuni costieri. La pressione antropica del turismo sulla costa, ha creato delle situazioni insostenibili per le amministrazioni locali a partire dalla gestione dei rifiuti. Soltanto il 37% dei comuni ha raggiunto l'obiettivo. Bordighera, in questo caso, si classifica al quarto posto su scala regionale. Invece, Riva Ligure arriva al sesto posto e Taggia al ventiduesimo, su trentacinque posizioni. In cima alla classifica c'è Albisola Superiore, in provincia di Savona, con 9.894 abitanti, una differenziata all'81,9%, una crescita sul 2017 del 0,3% e 86,2 kg di rifiuti procapite secco.

Come se la sono cavata le grandi cittadine della riviera dei fiori (dati nel 2018 ndr)?
Partiamo proprio da Imperia 42.452 abitanti e differenziata al 35,2%; Sanremo con 54.529 abitanti arriva al 59,3% di differenziata; Ventimiglia 24.613 abitanti e raccolta al 30,7%.

Questa invece la classifica della raccolta differenziata in provincia di Imperia, sulla base dei dati forniti da Legambiente.

  1. Bordighera - 10.388 abitanti - raccolta al 76,7%

  2. Seborga 294 - abitanti - raccolta al 76,0%

  3. Riva Ligure - 2.870 abitanti - raccolta al 73,8%

  4. Taggia - 13.916 abitanti - raccolta al 69,5%

  5. Molini di Triora - 608 abitanti - raccolta al 68,6%

  6. Montalto Carpasio - 517 abitanti - raccolta 66,8%

  7. Villa Faraldi - 525 abitanti - raccolta al 64,0%

  8. Prelà - 475 abitanti - raccolta al 62,8%

  9. Ospedaletti - 3.273 abitanti - raccolta al 60,9%

  10. Sanremo – 54.529 abitanti - raccolta al 59,3%

  11. Vasia - 398 abitanti - raccolta al 58,6%

  12. Santo Stefano al Mare - 2.132 abitanti - raccolta al 58,1%

  13. Castellaro - 1.249 abitanti - raccolta al 55,3%

  14. Montegrosso Pian Latte - 123 abitanti - raccolta al 53,3%

  15. Camporosso - 5.566 abitanti - raccolta al 53,0%

  16. Armo - 110 abitanti - raccolta al 52,9%

  17. Pompeiana - 854 abitanti - raccolta al 52,3%

  18. Triora - 362 abitanti - raccolta al 52,0%

  19. Diano Arentino - 731 abitanti - raccolta al 44,3%

  20. Rocchetta Nervina - 295 abitanti - raccolta al 42,6%

  21. Cesio - 273 abitanti - raccolta al 41,5%

  22. Cipressa - 1.253 abitanti - raccolta al 41,4%

  23. San Lorenzo al Mare - 1.269 abitanti - raccolta al 40,7%

  24. Bajardo - 339 abitanti - raccolta al 40,4%

  25. Pietrabruna - 458 abitanti - raccolta al 39,9%

  26. Cervo - 1.150 abitanti - raccolta al 38,5%

  27. San Bartolomeo al Mare - 3.104 abitanti - raccolta al 38,0%

  28. Rezzo - 321 abitanti - raccolta al 37,7%

  29. Terzorio - 236 abitanti - raccolta al 37,2%

  30. Costarainera - 808 abitanti - raccolta al 35,4%

  31. Aquila di Arroscia - 156 abitanti - raccolta al 35,4%

  32. Imperia - 42.452 abitanti - raccolta al 35,2%

  33. Pieve di Teco - 1.358 abitanti - raccolta al 35,2%

  34. Dolcedo - 1.360 abitanti - raccolta al 34,3%

  35. Civezza - 591 abitanti - raccolta al 34,3%

  36. Ceriana -1.214 abitanti - raccolta al 34,1%

  37. Soldano - 1.015 abitanti - raccolta al 34,0%

  38. Pornassio - 715 abitanti - raccolta al 33,4%

  39. Vallecrosia - 6.988 abitanti - raccolta al 32,3%

  40. Diano Marina - 5.879 abitanti - raccolta al 32,0%

  41. Vallebona - 1.311 abitanti - raccolta al 31,9%

  42. Diano Castello - 2.245 abitanti - raccolta al 31,8%

  43. Diano San Pietro - 1.152 abitanti - raccolta al 31,4%

  44. Caravonica - 273 abitanti - raccolta al 30,8%

  45. Ventimiglia - 24.613 abitanti - raccolta al 30,7%

  46. Perinaldo - 847 abitanti - raccolta al 29,8%

  47. Chiusanico - 580 abitanti - raccolta al 29,2%

  48. Airole - 392 abitanti - raccolta al 29,1%

  49. Vessalico 270 abitanti - raccolta al 28,4%

  50. Aurigo - 323 abitanti - raccolta al 27,3%

  51. San Biagio della Cima - 1.282 abitanti - raccolta al 25,2%

  52. Dolceacqua - 2.082 abitanti - raccolta al 24,9%

  53. Ranzo - 545 abitanti - raccolta al 24,8%

  54. Badalucco - 1.114 abitanti - raccolta al 23,7%

  55. Lucinasco - 291 abitanti - raccolta al 22,5%

  56. Castel Vittorio - 288 abitanti - raccolta al 22,5%

  57. Pigna - 789 abitanti - raccolta al 22,0%

  58. Mendatica - 179 abitanti - raccolta al 21,7%

  59. Olivetta San Michele - 208 abitanti - raccolta al 21,0%

  60. Pontedassio - 2.311 abitanti - raccolta al 20,6%

  61. Borghetto d'Arroscia - 431 abitanti - raccolta al 20,2%

  62. Chiusavecchia - 522 abitanti - raccolta al 20,0%

  63. Isolabona - 696 abitanti - raccolta al 19,7%

  64. Borgomaro - 842 abitanti - raccolta al 19,2%

  65. Cosio di Arroscia - 196 abitanti - raccolta al 18,0%

    66. Apricale - 627 abitanti - raccolta al 17,4%

In Liguria sono infatti ancora 124 i comuni che non raggiungono il 65% della raccolta differenziata (valore che avrebbe dovuto essere raggiunto nel 2012) per un totale di 1.038.662 abitanti, cioè il 67% della popolazione ligure. - analizza Santo Grammatico, il presidente di Legambiente Liguria - Ben 58, in pratica un comune ligure su quattro, sono al di sotto del 35%. Tra questi troviamo, per numero di abitanti, comuni piccolissimi (65 abitanti, nel caso di Rondanina) e comuni grandi (578.111 nel caso di Genova) dato che fa riflettere sul luogo comune che afferma che “nei comuni più piccoli sia più facile fare la raccolta differenziata”.

"Nei comuni più piccoli e nei comuni grandi dove il risultato è stato raggiunto, vi sono amministratori locali coraggiosi che hanno deciso di rivedere il sistema di gestione e raccolta e che, con grande sforzo e coraggio, hanno coinvolto la popolazione locale portando così il proprio territorio ai valori previsti per legge. - aggiunge - Caso eclatante, per densità di comuni sotto il 35%, è quello della Provincia di Imperia dove sono trentatré su sessantasei. In questo territorio non sono presenti comuni “rifiuti free” e sono solo sei i “comuni ricicloni”.

"Tra i comuni sopra i 15.000 abitanti, che rappresentano il vero e proprio ago della bilancia trovandosi ancora oggi al di sotto del 50% di raccolta differenziata, troviamo Rapallo, Savona, Imperia, Genova e Ventimiglia. - prosegue Grammatico - Questi rappresentano quasi la metà della popolazione ligure e certamente sono quelli su cui è più urgente intervenire considerato che per loro il risultato della raccolta differenziata del 2018 è peggiore del 2017. Nei comuni costieri più grandi è possibile agire, ce lo confermano i risultati ottenuti a Sestri Levante, Chiavari, La Spezia e Sarzana”.

“La “ricetta” per ottenere risultati virtuosi è quella che ripetiamo da anni, infatti i Comuni che hanno avvicinato ai cittadini la raccolta, grazie ai sistemi “porta a porta”, di prossimità, con la creazione di isole ecologiche mobili e fisse, favorendo sistemi di riuso e scambio, studiando, progettando e adeguando le migliori soluzioni al proprio territorio, informando e fornendo strumenti culturali, per coinvolgere e far comprendere ai propri cittadini l’importanza della gestione dei rifiuti e il valore economico, sociale e ambientale di questi, hanno visto aumenti compresi tra il 30% ed il 50%, anche in un solo anno, consolidando il risultato negli anni successivi. - afferma il presidente di Legambiente - A questa “ricetta”, oltre alla definizione di una tariffa puntale che premi chi fa bene la raccolta differenziata, deve essere affiancato un sistema impiantistico capace di trattare i rifiuti liguri senza che questi vengano esportati, con il conseguente sovra costo economico che il “turismo dei rifiuti” verso altre regioni comporta. La frazione più importante che deve essere trattata è quella organica e per questo, in ogni provincia ligure, sarà necessario costruire biodigestori capaci di far fronte alle esigenze territoriali, producendo biogas, evitando nella scelta della localizzazione l’apertura di conflitti sociali sul territorio".

"Diversi comuni hanno cominciato ad emanare ordinanze plastic free per eliminare la plastica monouso non biodegradabile dai territori di competenza ma sarà necessario rilanciare anche sulle politiche di riduzione, riciclo e riutilizzo per diminuire la produzione di rifiuti per abitante/anno. Questa ha visto in Liguria un incremento dal 2017 al 2018 passando da 529 kg/ab/anno a 536 kg/ab/anno superando il dato medio fornito da Ispra per il nord Italia di 517 kg/ab/anno". 

"Nella classifica nazionale infine, la Liguria con il 49,67% è quattordicesima, non avendo raggiunto l’obbiettivo fissato al 2009 del 50% di raccolta differenziata regionale, dopo la Campania e prima di Lazio, Basilicata, Puglia, Calabria, Molise e Sicilia” - chiosa Grammatico.

Files:
 Comuni ricicloni Liguria 2019 (2.9 MB)

Stefano Michero

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