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Economia | 26 novembre 2019, 07:44

Emigrazione: via anche da Imperia e Bolzano

La migrazione è vecchia quanto l’uomo, cambiano le motivazioni e le modalità, ma non il “moto perpetuo” dell’uomo

Emigrazione: via anche da Imperia e Bolzano

Riesce difficile immaginare la quantità di nostri connazionali che hanno deciso di trasferirsi all’estero, o meglio ancora riesce difficile farne una stima. Spesso erroneamente si pensa che il fenomeno tocchi soltanto il sud Italia, ma non è così, l’emigrazione spinge verso nuove mete anche tanti giovani in zone che notoriamente dovrebbero essere più “benestanti”. Se analizziamo un grosso centro culturale, economico e politico come Roma, possiamo già farci un’idea di quanto questo fenomeno sia diffuso su tutto il territorio italiano: ogni 100 romani residenti a Roma, ben undici sono registrati all’estero. Se ci spostiamo verso comuni più piccoli queste proporzioni diventano enormi, andando verso comuni con meno di 10 mila abitanti, infatti, i residenti diventano a volte anche quattro o cinque volte di più rispetto a chi vive nel proprio comune di origine.

Un po’ di numeri

Sembrerà strano, ma la provincia con meno emigrazione negli ultimi due anni è Taranto, che se si confronta con il mezzo milione di residenti in Campania che si sono spostati verso Francia e USA in particolare, ci fa capire l’entità del fenomeno al quale assistiamo. Da Taranto sembra non spostarsi nessuno, mentre il dato che salta all’occhio è che alcune regioni dapprima non interessate all’emigrazione, ora sono assolute protagoniste, parliamo della provincia di Imperia e della provincia di Bolzano ed ancora regioni come Piemonte e Abruzzo. Per ciò che concerne l’immigrazione, invece, secondo la fonte Caritas, sarebbero più di 5 milioni gli stranieri che vivono su suolo italiano, rappresentando appena l’8.7 % della popolazione, piazzandosi al terzo posto dietro Germania e UK. Se allarghiamo il raggio di analisi, sono quasi 260 milioni le persone che vivono lontano dal loro luogo di nascita, secondo un dato del 2017, numero che ci fa comprendere l’attuale momento storico-politico che stiamo attraversando, dove i prossimi migranti saranno anche per cause climatiche, non soltanto economiche e belliche.

Il supporto della digitalizzazione

A tal proposito, la digitalizzazione può rappresentare un’ottima opportunità per tante persone e non solo una causa di perdita di lavoro (come affermano alcuni esperti), in particolare i giovani. Non solo intrattenimento, slots, gioco d’azzardo e gaming, con cui l’Italia ha un rapporto particolare, come possiamo vedere qui, ma anche tante opportunità di lavoro e formazione che fino a solo dieci anni fa erano impensabili.

Aumentano le start-up che racchiudono professionalità italiane come designer, copywriter e project manager, che erogano servizi all’estero, potendo restare nel proprio paese d’origine. Come non citare anche i tanti negozi online, che danno l’opportunità a artigiani da qualsiasi parte del mondo di poter mettere in vendita i propri prodotti hand-made ed aprirsi le porte di mercati più ricchi e pregiati. Piattaforme come Amazon, Shopify offrono, previo il pagamento di una piccola iscrizione, l’apertura di una “vetrina” su questi siti colosso.

La migrazione è vecchia quanto l’uomo, cambiano le motivazioni e le modalità, ma non il “moto perpetuo” dell’uomo, dalla ricerca di acqua agli albori dell’umanità, alla fuga da guerre in Medio Oriente, ci saranno sempre paesi ospitanti ed ospitati, vero è che la digitalizzazione potrebbe creare degli spazi di lavoro virtuali che potrebbero abbattere questi movimenti.





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