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Economia | 12 luglio 2019, 09:00

Cannabis: a metà strada fra dannazione ed estasi

Attualmente, lo studio dei cannabinoidi (i diversi composti che si trovano all'interno della pianta di Cannabis) continua

Cannabis: a metà strada fra dannazione ed estasi

Conosciuta fin dall'Antichità, utilizzata in passato per produrre una lunga serie di prodotti, a cominciare dalle fibre tessili, seguite da corde, carta, mangime e olio, soppiantata in seguito da altre materie prime e sottoposta al proibizionismo, oggi la Cannabis è oggetto di nuova considerazione in ambito terapeutico.

I primi studi scientifici sulla Cannabis

L'uso della Cannabis per il duplice scopo terapeutico-stupefacente è vecchio come il mondo e i due effetti hanno avuto uguale importanza nella diffusione della pianta sull'intero pianeta.

È nel XIX secolo, però, che inizierà lo studio moderno sulle sue proprietà terapeutiche, a cominciare dall'opera del medico irlandese W. S. O’Shaughnessy. L'Italia, in questo periodo, assumerà una posizione di primissimo piano nella ricerca internazionale, grazie anche all'opera del medico Giovanni Polli e Carlo Erba, farmacista di Milano, che furono i primi a far conoscere gli effetti della sostanza al mondo scientifico internazionale, provandone gli effetti direttamente sui loro corpi. Né vanno dimenticati gli apporti di altri medici, come Giulio Ceradini, Cesare Lombroso, Filippo Lussana e Andrea Verga.

Grazie all'interesse del mondo scientifico si aprirà la strada alla Cannabis verso la Farmacopea Internazionale.

Il '900 e la Canapa

Con l'avvento del '900, circostanze storico-politiche non limpidissime ed enormi interessi economici di grandi compagnie intersecarono la strada della Cannabis che diventò un ostacolo. Ne nacque una campagna denigratoria nei confronti della pianta. Il colpo di grazia arriverà dagli Stati Uniti d'America dove, il 14 giugno 1937, il Presidente Roosevelt firmò il “Marijuana Tax Act”, emanato dal Congresso USA, a dispetto del parere contrario espresso dell'American Medical Associacion, che pur senza vietare esplicitamente l'utilizzo della Cannabis ne rendeva impossibile qualunque impiego commerciale, a causa dell'elevata tassazione a cui era soggetta. Il resto del mondo si accoderà a questa visione e si comporterà in modo analogo, dando inizio al moderno proibizionismo.

All'arrivo gli anni '70 il team coordinato dal professor Raphael Mechoulam, isolò il CBD (Cannabidiolo) e il THC (∆-9 tetraidrocannabinolo), il maggior costituente psicoattivo della Cannabis. La lotta per la "riabilitazione" medica della canapa continuò e alla fine degli anni '90 l'ONU declassò il THC da narcotico a sostanza psicotropa e ne permise l'impiego in campo terapeutico.

Oggi l'impiego della Cannabis nella terapia medica è consentito in diversi Paesi, tra cui l'Italia (nonostante le tante difficoltà). Va da sé che nonostante i noti effetti negativi sulla psiche, la “Marijuana” o “Marihuana” continua ad essere utilizzata anche in ambito ludico, seppure illegalmente in questo caso.

La situazione attuale

Attualmente, lo studio dei cannabinoidi (i diversi composti che si trovano all'interno della pianta di Cannabis) continua e il mercato offre prodotti a base di THC e CBD. Mentre il primo è ad esclusivo impiego medico, il secondo trova riscontro anche come prodotto di bellezza, acquistabile su siti online come www.hanfgarten.it, per esempio. Un modo per riconoscere alla Cannabis il ruolo che le spetta, nonostante interessi e difficoltà? Probabilmente sì. A noi non rimane che chiudere con una raccomandazione: eventuali dubbi vanno sempre discussi con il proprio medico che è e deve rimanere il punto di riferimento.



Richy Garino

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