"Il biodigestore di Colli passerà nelle mani di un fondo arabo-americano". Lo ha annunciato il sindaco Claudio Scajola a margine del bilancio di due anni e mezzo di mandato. La famiglia Ghilardi, titolare della società Idroedil e principale azionista della Waste Recycling Imperia Srl, l’azienda incaricata della costruzione dell’impianto, ha firmato, dunque, un accordo la scorsa settimana per cedere una quota di maggioranza della società. Attualmente, Idroedil detiene il 97,1 percento delle quote della Waste Recycling Imperia Srl, mentre il restante 3,71 percento appartiene alla società olandese Waste Treatment Technologies B.V..
Il progetto del biodigestore è finito al centro di un’inchiesta europea per tentata truffa aggravata. Tra gli indagati figurano il presidente della Provincia, Claudio Scajola, l’ex dirigente Michele Russo la posizione del quale va verso l'archiviazione, il legale rappresentante della società di consulenza Avalon Srl, Riccardo Demicheli. Secondo l’accusa, la Provincia avrebbe presentato la domanda di finanziamento ai fondi PNRR da 6,4 milioni di euro omettendo consapevolmente il collegamento dell’impianto a una discarica di servizio. Demicheli, in qualità di consulente e assistente del Rup (Russo), avrebbe predisposto la domanda pur sapendo che il progetto non era conforme, nonostante l’incompatibilità dell’impianto con la presenza di una discarica di rifiuti solidi urbani.
Nonostante la revoca dei fondi da parte del ministero dell'Ambiente, il progetto è proseguito con la consegna dei lavori lo scorso febbraio. Il progetto complessivo prevede opere per un valore di oltre 84 milioni e 300 mila euro. Con l’ingresso del fondo la famiglia Ghilardi punta a garantire la sostenibilità economica dell’operazione.






