È un appello accorato quello lanciato sui social da Marco De Matteis, fratello gemello di Silvano De Matteis, sacerdote scomparso, un anno fa il 13 dicembre 2024. Marco denuncia con toni durissimi una situazione che definisce "assurda, meschina e profondamente dolorosa": secondo quanto riferisce, qualcuno starebbe utilizzando il profilo Facebook del fratello defunto senza alcun permesso della famiglia, naturalmente. "In questi giorni –scrive Marco De Matteis – mi stanno giungendo numerose segnalazioni del fatto che qualcuno sta utilizzando il profilo Facebook di mio fratello Silvano. Nessuno della nostra famiglia sta pubblicando su quel profilo, né ha accesso ad esso, né ha mai autorizzato qualcuno a farlo."
Marco spiega che, sebbene i contenuti pubblicati non sembrino avere "nulla di offensivo o illegale", promuoverebbero iniziative commemorative "di cui la famiglia non sa assolutamente nulla", tra cui addirittura "una funzione presso la chiesa Ortodossa" non concordata né conosciuta dai familiari. Marco chiarisce con forza quale sia l’unica celebrazione ufficiale per ricordare il fratello: "L’unica messa in suffragio per la ricorrenza della scomparsa di Silvano si terrà domenica 14 dicembre, alle ore 18, nella parrocchia di S. Antonio Abate di Diano Marina, come voluto dalla nostra famiglia."
La denuncia diventa ancora più inquietante quando il fratello rivela che i profili social dei familiari sarebbero stati "accuratamente bloccati", impedendo loro qualsiasi accesso ai contenuti pubblicati: "Chiunque stia gestendo il profilo di mio fratello lo starebbe facendo in mala fede, assicurandosi che nessuno di noi possa vedere cosa accade. Io stesso risulto bloccato e non posso nemmeno visualizzare il profilo." Un gesto che Marco definisce "meschino" e "una mancanza di rispetto verso la figura di Silvano e verso la sua famiglia". "Silvano se n’è andato un anno fa e sono sicuro che ora è nella luce di Cristo. Fa male vedere che qualcuno sfrutti il suo nome e il suo ricordo per mettere in atto quelle che definisco 'glorificazioni' e 'baracconate' che nessuno ha chiesto e che offendono profondamente la sua memoria."
Nel suo lungo sfogo social , Marco manifesta tutto il peso di un dolore ancora vivo: "Chi utilizza quel profilo si sta prendendo gioco di noi fratelli e di nostra madre, ignorando il dolore enorme che stiamo vivendo. Credevo di aver già visto quanto può essere vuota l’anima di una persona, ma devo ricredermi: alla bassezza di certi individui non c’è limite." Conclude chiedendo comprensione per le sue parole, che ritiene "doverose per rispetto della memoria di Silvano": "La sofferenza per la sua perdita è già un macigno enorme. Non abbiamo bisogno che qualcuno infierisca sulla sua memoria e sul nostro dolore"
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